Aveva appena 16 anni quando da più piccolo seminarista, don Francesco Benvenuto, il più giovane dei sacerdoti della Diocesi di Lamezia Terme, ebbe modo di servire la Messa officiata da Papa Benedetto XVI nell’area industriale che oggi porta il suo nome.
“Pensando a Benedetto XVI – dice don Francesco ad un mese dalla morte del Papa emerito – posso dire che per me è stato il Papa della mia vocazione perché durante il suo pontificato sono entrato in seminario, approfondendo e studiando sui suoi scritti che, tra l’altro, sono stati anche spunti importanti per le mie meditazioni. Si tratta di scritti che ho potuto apprezzare anche in seguito, durante la mia formazione teologica, e che mi hanno accompagnato e mi accompagnano tuttora nel mio cammino di sacerdote. Benedetto XVI per me è stato un padre ed un maestro e ritengo che lo sia stato non solo per me, ma anche per tanti giovani sacerdoti che, numerosi, ci siamo ritrovati a Roma al suo funerale”.
Cosa ricordi di quel giorno a Lamezia?
“Indubbiamente quella esperienza in me, giovanissimo seminarista, ha rappresentato un momento emozionante della mia vita che custodisco come un dono grande che ho potuto vivere. Avere servito la Messa presieduta da Benedetto XVI, infatti, è stato un avvenimento che ha toccato il profondo della mia spiritualità. Ricordo che ci chiese ‘Dove studiate?’, quasi a volersi interessare a ciascuno di noi ma anche a stimolarci ad impegnarci nella nostra preparazione e, contestualmente, a pregare. Lo studio e la preghiera, infatti, sono due punti importanti nella formazione di un sacerdote, ma anche nella formazione di qualsiasi credente. Di quel giorno, di lui, in modo particolare, ricordo la compostezza e la profondità nel celebrare l’Eucarestia ma anche il messaggio che volle lasciare ai sacerdoti ed a chi, come me, si stava avviando su questo cammino: ‘Cari Sacerdoti – disse durante l’omelia – , vi esorto a radicare sempre più la vostra vita spirituale nel Vangelo, coltivando la vita interiore, un intenso rapporto con Dio e distaccandovi con decisione da una certa mentalità consumistica e mondana, che è una tentazione ricorrente nella realtà in cui viviamo’. Sono parole che per me hanno costituito una guida e mi hanno accompagnato, non solo durante il mio percorso di formazione in seminario, ma anche oggi. Benedetto XVI, infatti, è stata ed è tuttora, una figura importante per la Chiesa. La sua costante ricerca del volto di Cristo, sia nella vita privata che nello studio e nell’amore che ha dimostrato per la Chiesa, ha rappresentato una testimonianza di vita concreta e tangibile”.
Un legame forte, quello di don Francesco con Benedetto XVI che lo spinse a chiedere ed ottenere di essere ordinato sacerdote proprio nel giorno del decennale della venuta del Pontefice a Lamezia. Ma non solo. Infatti, appresa la notizia della sua morte, don Francesco è andato a Roma per partecipare ai funerali, dove ha incontrato anche molti suoi compagni di seminario oggi sacerdoti come lui sia della Diocesi di Lamezia che di altre Diocesi: “Anche questo ultimo incontro con lui – dichiara – è stato per me un momento importante e pieno di pathos. Mi sono raccolto in preghiera davanti il suo feretro e, osservandolo, mi ha colpito il suo essere uomo di Dio anche dopo la morte. In quei momenti di preghiera, ho ripercorso a ritroso questi anni, dal giorno della sua venuta a Lamezia al giorno del suo ritorno al Padre”.
Cosa porti, quindi, nel tuo cuore di papa Benedetto XVI?
“Indubbiamente la sua testimonianza di vita insieme ai suoi scritti che mi hanno ispirato nel mio percorso da seminarista prima e da sacerdote ora. Scritti ai quali guardo anche ora e che, ne sono certo, mi ispireranno nella mia vita sacerdotale”.
Saveria Maria Gigliotti