Mentre si conclude la preparazione alla festa di San Giovanni Paolo II, il Papa santo della Famiglia, – ricordiamo una preparazione incentrata su sette punti concernenti il tema della X giornata mondiale della Famiglia, “L’amore familiare: vocazione e via di santificazione”, celebrata lo scorso giugno a Roma e in tutto il mondo – il 22 ottobre, Karol Wojtyla, giorno della sua festa, sarà ricordato anche attraverso alcune di quelle gesta da lui compiute in momenti salenti del suo pontificato (dall’elezione a successore di Pietro, ai vari incontri con bambini, giovani, sposi, famiglie, i grandi del mondo, fino alle gesta dell’apertura dell’anno santo del 2000, e a quelle compiute a Fatima e nell’incontro con Ali Agca). Momenti e gesta riprodotti a incisione con taglio laser – a duratura memoria – su dei pannelli di ferro installati nell’area esterna del Santuario Diocesano di Cardolo. Sarà il vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Sua Ecc.za Mons. Serafino Parisi, a inaugurare la straordinaria opera al termine della celebrazione prevista alle ore 18.30.

San Giovanni Paolo II è un padre e un maestro che ci ha lasciato un’eredità ricca di significato e di parole di fede, come quelle del suo amato saluto, “Sia lodato Gesù Cristo”; ci ha trasmesso la sua fede rocciosa, limpida e sincera, radicata nella grande tradizione cristiana, la stessa fede nel Cristo Redentore dell’uomo che spiega l’idea-forza risuonata nel messaggio iniziale del suo pontificato: “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo, alla sua salvatrice potestà! Aprite i confini degli Stati, aprite i sistemi economici, i sistemi politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo, non abbiate paura! Cristo sa che cosa è dentro l’uomo, solo Lui lo sa!”.

È significativo, se non una coincidenza provvidenziale, ricordare san Giovanni Paolo II con quest’opera commemorativa – che arricchisce ancor più il luogo di culto a lui dedicato – nell’anno in cui viene celebrata la X giornata mondiale della famiglia – giornata mondiale voluta proprio dal pontefice polacco, il quale celebrò la prima giornata l’8 e 9 ottobre 1994 – che ha avuto come Patroni i Beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Quella di Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini è stata una vita ordinaria vissuta in modo straordinario, e i primi sposi ad essere beatificati come coppia il 21 ottobre 2001 proprio da San Giovanni Paolo II, nel 20.mo anniversario dell’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio. La loro quotidianità di coniugi e genitori fu sempre sostenuta dalla preghiera, dalla fedeltà al Vangelo e dall’unione intima con Gesù Eucarestia.

Il valore del matrimonio e della famiglia è stato al centro del magistero di San Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla era convinto che bisognasse restituire valore alla famiglia, recuperando la consapevolezza che appartiene al patrimonio più originario e sacro dell’umanità, perciò ciò che minaccia la famiglia, minaccia direttamente la salvezza dell’uomo.

San Giovanni Paolo Il credeva nella famiglia, piccola cellula della società, fondata sul matrimonio nel quale un uomo e una donna formano un’unione d’amore. E ricordava che anche il Figlio di Dio, incarnandosi per la nostra salvezza, si è scelto una famiglia, “mostrandoci così che matrimonio e famiglia fanno parte del disegno di salvezza e rivestono un ruolo singolare per il bene della persona e della società umana”.

La famiglia contemporanea non di rado patisce sofferenze e difficoltà, vede luci e ombre che non scoraggiarono il Pontefice, anzi lo resero più audace nelI’aprire ampie prospettive per la famiglia pur di sostenere la speranza. La famiglia è il primo ambiente vitale che l’uomo incontra venendo al mondo, ricordava il Pontefice, e la sua esperienza resta decisiva per sempre. Essa è la prima scuola di tutte le virtù umane e cristiane. È importante, dunque, curarla e proteggerla. Essa è il luogo dell’amore e della vita, anzi è il luogo in cui l’amore genera la vita: “Comunità dell’amore e della vita, formata dai genitori e dai figli, pietra angolare di questa comunità è Cristo risorto”. La famiglia ha un compito fondamentale, quello cioè di vivere fedelmente la realtà della comunione e l’impegno costante di sviluppare una autentica comunità di persone.

Il Papa polacco è stato un Pontefice carismatico che ha saputo guardare alla storia e al mondo con occhi profetici, che ha aperto nuove strade di pace, di speranza, di comunione e di santità… ebbene inteso, però, che nessun falso ottimismo vi era nelle parole di un Pontefice che si è fatto pellegrino della speranza, convinto che, per quanto fitte appaiano le tenebre, più forte è la speranza del trionfo della Luce del Figli di Dio e di Maria, Madre del Redentore, a cui Karol ha affidato il suo intero pontificato e la sua stessa vita. Della materna assistenza e della protezione di Maria, il Pontefice figlio della terra polacca ne era così certo che lo ha manifesta con il motto: “Totus tuus ego sum”, Io sono tutto tuo. Con questo motto – che rimarrà nella storia della Chiesa – il Papa itinerante ha percorso le strade del mondo per annunciare Cristo, ma con la convinzione che al suo fianco vi era la costante presenza della Vergine Maria. E anche in questo aspetto mariano che lo lega profondamente alla Madre di Dio il Papa Wojtyla verrà ricordato, in fatti tra i pannelli del “memorandum wojtyliano” installati al Santuario sarà messo in evidenza il suo motto.

Il ruolo della Madre del Redentore all’interno del piano divino di salvezza per tutta l’umanità è incontestabile, il Papa lo sa e lo ha insegnato nel suo magistero luminoso come nella sua granitica fiducia in Maria che lo ha sorretto fino alla fine della sua vita. Questa è anche per noi un grande invito a rivolgerci a Maria, come ha fatto lui, quando l’8 ottobre dell’Anno Duemila, inginocchiato dinanzi alla statua della Vergine di Fatima collocata al centro di Piazza San Pietro, aveva affidato la Chiesa alla Vergine, rivolgendogli una supplica, le cui parole e contenuti descrivono e interpretano lo stesso nostro scenario umano, visto che anche oggi, come mai nel passato, l’umanità è a un bivio e ha fortemente bisogno dell’aiuto della Madre di Dio per intraprendere la giusta direzione e il senso vero della vita, quello indicato dal Divin Redentore: “Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende, chiedendoti di accompagnarci nel nostro cammino. Siamo uomini e donne di un’epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L’umanità possiede oggi strumenti d’inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi come mai nel passato, l’umanità è a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo, o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù”.

Don Antonio Fiozzo