Con la vestizione del Bambinello è entrata nel vivo la novena in onore della Madonna di Dipodi la cui festa si celebra il 15 agosto.
Domenica scorsa, come da tradizione, al termine della Messa, il Vicario generale, monsignor Giuseppe Angotti che ha presieduto la celebrazione eucaristica animata dalla parrocchia di Santa Maria Goretti, ha vestito il Bambinello con l’abitino offerto dalla signora Lina Ligato.
“La nudità del Bambino – ha detto monsignor Giuseppe Angotti – è una precisa scelta di Dio. Cristo che si è fatto povero e si è rivestito della nostra umanità, ha scelto di abitarla, rivestendola. L’uomo senza Dio, o che vive la sua vita lontano da Lui, si accorge di essere nudo. Adamo, infatti, si nasconde davanti a Dio perché prende coscienza della sua nudità in quanto si è allontanato da Dio. Ed è Cristo che ha rivestito e riveste la nostra nudità”. La vestizione del Bambinello, quindi, anche come ricordo e riferimento al giorno del Battesimo quando si riceve la “veste candida battesimale che – come ha ricordato monsignor Angotti – è segno della rinascita in Lui, simbolo dell’uomo nuovo, dell’essere stati rivestiti dalla grazia”.
“La nostra vita – ha aggiunto il Vicario – è attesa e chi attende sa che nella vita è custode di ciò che lo circonda e tutti saremo chiamati a rispondere di come siamo stati custodi del Creato e dell’altro”.
Al di là della tradizione, quindi, “il gesto liturgico di vestire Gesù in braccio alla Madre – spiega il Rettore del Santuario, don Antonio Astorino – fa di Dipodi il luogo dell’identità, dove si attinge a nuova forza per affrontare tutte le difficoltà. Dipodi è il luogo dove il bisogno profondo che vivono le donne e gli uomini del nostro tempo si stringe al legame profondo con la Madonna che è Vergine, Regina, ma anche Madre e Donna, temi che ci riportano all’attualità dell’epoca in cui viviamo. In questo senso siamo tutti ‘figli di una Regina’: figli che nella fratellanza e nella comunione formano la ‘comunità dei credenti in Cristo’. Il vestitino è un segno del nostro affetto e impegno di cambiamento ed il Sinodo che stiamo vivendo è un’occasione per riscoprire la solidarietà, la speranza e la positività di cui tutti abbiamo bisogno”.
Saveria Maria Gigliotti