“Gesù disse: «E’ compiuto». E, chinato il capo, consegnò lo spirito” (Gv 19,28-30).
Nel Venerdì Santo, secondo giorno del Triduo Pasquale, la Chiesa celebra la Passione, Morte e deposizione nel sepolcro del Signore Gesù. Nella mattinata viene continuata, pur se senza solennità, l’adorazione eucaristica all’Altare della Reposizione, allestito dopo la Messa vespertina in Coena Domini del Giovedì. In questo giorno non si celebra l’Eucaristia. La Chiesa celebra solamente nel pomeriggio l’Azione liturgica della Passione del Signore, composta dalla Liturgia della Parola, dall’Adorazione della Croce e dai riti di Comunione con le ostie consacrate la sera prima
Per rivivere in modo più partecipato la Passione del Redentore, alla sera del Venerdì Santo, si celebra il pio esercizio della Via Crucis, con cui la comunità cristiana si unisce in comunione con Gesù all’ultimo tratto del suo cammino di vita terrena: da quando Egli insieme ai suoi discepoli, « dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli ulivi » (Mc 14, 26), fino a quando il Signore fu condotto al « luogo del Golgota » (Mc 15, 26), fu crocifisso e sepolto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia di un giardino vicino.
Papa Francesco ci ricorda che “il Venerdì Santo è giorno di penitenza, di digiuno e di preghiera. Attraverso i testi della Sacra Scrittura e le preghiere liturgiche, saremo come radunati sul Calvario per commemorare la Passione e la Morte redentrice di Gesù Cristo. Nell’intensità del rito dell’Azione liturgica ci sarà presentato il Crocifisso da adorare. Adorando la Croce, rivivremo il cammino dell’Agnello innocente immolato per la nostra salvezza. Porteremo nella mente e nel cuore le sofferenze dei malati, dei poveri, degli scartati di questo mondo; ricorderemo gli “agnelli immolati” vittime innocenti delle guerre, delle dittature, delle violenze quotidiane, degli aborti… Davanti all’immagine del Dio crocifisso porteremo, nella preghiera, i tanti, troppi crocifissi di oggi, che solo da Lui possono ricevere il conforto e il senso del loro patire. E oggi ce ne sono tanti: non dimenticare i crocifissi di oggi, che sono l’immagine del Crocifisso Gesù, e in loro è Gesù”.