“A partire dal Triduo pasquale, come dalla sua fonte di luce, il tempo nuovo della risurrezione permea tutto l’anno liturgico del suo splendore” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1168).


Questi giorni – ci ricorda Papa Francesco – costituiscono la memoria celebrativa di un grande unico mistero: la morte e la risurrezione del Signore Gesù.
Il Giovedì Santo è il giorno in cui si fa memoria dell’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio ministeriale. Al mattino, in Cattedrale, il vescovo presiede la Messa del Crisma, durante la quale tutti i sacerdoti, radunati attorno al loro pastore, rinnovano le promesse sacerdotali. Durante questa celebrazione, vengono benedetti il sacro Crisma, l’Olio dei catecumeni e l’Olio degli infermi. A partire dal Triduo pasquale e per l’intero anno liturgico, questi Oli verranno adoperati per i Sacramenti del Battesimo, della Confermazione, delle Ordinazioni sacerdotale ed episcopale e dell’Unzione degli Infermi. Gli oli vengono consegnati al termine della Messa del Crisma ai singoli sacerdoti che, nella celebrazione vespertina, li presenteranno alle rispettive comunità parrocchiali.
Con la Messa in Coena Domini, alla sera del giovedì santo, la comunità cristiana entra nel Triduo Pasquale, culmine dell’anno liturgico e della vita della Chiesa. In questa celebrazione, la Chiesa commemora l’istituzione dell’Eucaristia, il Sacerdozio ministeriale ed il Comandamento nuovo della carità, lasciato da Gesù ai suoi discepoli.
“ É la sera- ci ricorda Papa Francesco – in cui Cristo ha lasciato ai suoi discepoli il testamento del suo amore nell’Eucaristia, ma non come ricordo, ma come memoriale, come sua presenza perenne. Ogni volta che si celebra l’Eucaristia, si rinnova questo mistero della redenzione. In questo Sacramento, Gesù ha sostituito la vittima sacrificale – l’agnello pasquale – con sé stesso: il suo Corpo e il suo Sangue ci donano la salvezza dalla schiavitù del peccato e della morte. La salvezza da ogni schiavitù è lì È la sera in cui Egli ci chiede di amarci facendoci servi gli uni degli altri, come ha fatto Lui lavando i piedi dei discepoli. Un gesto che anticipa l’oblazione cruenta sulla croce. E infatti il Maestro e Signore morirà il giorno dopo per rendere mondi non i piedi, ma i cuori e l’intera vita dei suoi discepoli. È stata un’oblazione di servizio a tutti noi, perché con quel servizio del suo sacrificio ci ha redenti tutti”.
Dopo la Messa in Cena Domini, la liturgia invita i fedeli a sostare in adorazione del Santissimo Sacramento, rivivendo l’agonia di Gesù nel Getsemani.