Giustizia riparativa, se ne discuterà a Soveria Mannelli (Page 76)
Il primo quaresimale promosso dall'arcipretura della città vedrà ospite la penalista Paola Ziccone, autrice di un libro conversazione con il card. Matteo Zuppi
Sarà Paola Ziccone, già direttrice degli istituti penali di Firenze e del “Pratello” di Bologna, oggi Direttore dell'Area Esecuzione dei provvedimenti del Giudice Minorile del Centro Giustizia Minorile della Regione Emilia-Romagna e Marche, a inaugurare con una conferenza dal titolo “Punire o redimere? Giustizia e Salvezza” il ciclo di tre grandi quaresimali che l'arcipretura di Soveria Mannelli propone per la Quaresima 2022.
L'incontro, che si svolgerà in presenza e che sarà aperto al pubblico, si terrà presso il santuario di Nostra Signora di Fatima della cittadina del Reventino il prossimo 12 marzo alle ore 18,00.
Paola Ziccone è autrice di un libro scritto a quattro mani con il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi dal titolo “Verso Ninive. Conversazioni su pensa, speranza, giustizia riparativa” edito da Rubbettino.
Quello proposto dall'arcipretura di Soveria Mannelli è un incontro sull'accoglienza dell'altro che è spesso vittima del male stesso che compie, sulla comprensione di questo male, sull'incontro in una zona liminale tra vittime e carnefici, tanto prezioso quanto mai attuale in un momento come quello che stiamo vivendo in cui vediamo continuamente scene di odio, di guerra e di violenza, in cui la parola “misericordia”, nel suo pieno senso etimologico, sembra così difficile da pronunciare, in un mondo, ancora, in cui due anni di pandemia hanno acuito le differenze sociali e hanno spinto sempre di più gli individui verso logiche solipsistiche che hanno fatto del “mors tua vita mea” la regola che disciplina i rapporti umani.
«È difficile creare una società accogliente – scrive il card. Zuppi nel libro – Occorre prima far nascere la consapevolezza dell'amore al “prossimo”, ossia che non è possibile l'amore senza un “prossimo” da amare. Il “prossimo” non è un di più, ma è costitutivo della relazione. Il “prossimo” è l'altro, il singolo, ma anche la città intera, tutti quelli che incontriamo e che ci vivono accanto. Il “prossimo” non è una categoria: è chiunque cammina con noi per un tratto della vita. Purtroppo, facciamo fatica a riconoscere il “prossimo”. Siamo tutti molto individualisti e, nell'individualismo e nel pensare solo a sè stessi, è più facile far crescere la logica della condanna: la condanna, infatti, ci toglie la fatica di ragionare e di porci delle domande».
«Talvolta bisogna ricordare – osserva Paola Ziccone – che sottovalutiamo il desiderio di cambiare che hanno le persone e spesso chi si è reso conto di aver sbagliato, sottovaluta lui stesso la forza che ha in sé di cambiare. Occorre qualcuno che creda in noi, che riesca a vedere anche quella parte nascosta o dimenticata o sognata».
Un incontro, dunque, che si inserisce pienamente in quel cammino verso la misericordia, il perdono e il pentimento per il male commesso cui la Chiesa ci invita ogni anno con il periodo quaresimale.