“Missione formativa e presenza accanto agli ammalati l’intuizione del Beato Tommaso Maria Fusco” (Page 43)
“L’intuizione del Beato Tommaso Maria Fusco, nel contesto di una vita di preghiera e mosso dallo Spirito Santo che è sempre fecondo, è stata quella di farsi vicino ai piccoli, ai poveri, ai miseri. La sua opera, che oggi è presente e prosegue in tutto il mondo, ha avuto due grandi “poli di attrazione”, che rappresentano il servizio che ancora oggi le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue svolgono nella nostra comunità diocesana”. Così il vescovo di Lamezia Terme, monsignor Serafino Parisi, che ha presieduto la concelebrazione eucaristica in Cattedrale per il 150esimo anniversario delle Figlie della Carità di Preziosissimo Sangue, nel giorno della memoria del loro fondatore, il Beato Tommaso Maria Fusco.
Ripercorrendo i passaggi fondamentali della vita del Beato “che ha conosciuto anche il “torchio” dell’ infamia e la calunnia da parte degli altri”, il vescovo di Lamezia ha sottolineato gli elementi distintivi del carisma dell’istituto religioso, presente nella comunità diocesana lametina da oltre cento anni. “Per il beato Tommaso Maria Fusco – ha proseguito Parisi – la formazione serviva ad elevare e ad affrancare l’uomo dalla forma di povertà più tragica e devastante: la povertà culturale. Il Beato ha voluto che si intervenisse per formare le nuove generazioni liberandole dalle forme di schiavitù, dando loro la possibilità di costruire una storia rinnovata. La povertà culturale è una forma di schiavismo, utilizzata dagli altri per metterci al loro guinzaglio e portarci dove vogliono. Quello della formazione è stato un seme di novità gettato nella società da Tommaso Maria Fusco e che viene seminato ancora oggi nella vita di tanti giovani, grazie al servizio delle suore”. Accanto alla missione formativa, le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, anche nella comunità lametina, si dedicano “alla presenza negli ospedali, lì dove c’è la sofferenza, lì dove ci sono le persone ammalate. E di fronte alla persona ammalata, è richiesta umanità, professionalità, coerenza. Questa è la missione delle nostre suore ma è un compito che riguarda tutti noi credenti: portare nel mondo la Parola della speranza, della novità, del cambiamento, essere capaci di creare storia nuova. La missione di costruire, dentro la comunità degli uomini, un’umanità nuova che abbia come principio l’amore, il segno distintivo della comunità cristiana. Sul modello di Gesù che ha avuto compassione per le folle, l’orientamento di Tommaso Maria Fusco è stato verso “la stella dell’amore”. Il Beato continua ad insegnarcelo ancora oggi”.
Il vescovo Parisi ha ringraziato le suore per il prezioso servizio svolto nella comunità diocesana lametina dove “hanno piantato radici e continuano a gettare semi attraverso la missione formativa e la presenza negli ospedali, segni di prossimità e di amore, sul solco tracciato dal loro fondatore”.
A conclusione della celebrazione, animata dal coro dei bambini dell’istituto “Tommaso Maria Fusco, con la presenza delle famiglie e dei docenti e dei sindaci dei Comuni di Lamezia Terme e Jacurso Paolo Mascaro e Ferdinando Serratore, la superiora della comunità lametina Suor Valsa Kidengen ha ringraziato il vescovo e i sacerdoti “per aver vissuto insieme questo momento di grazia, in questo anno giubilare del centocinquantesimo anniversario della fondazione della nostra congregazione, e per il legame di affetto e amicizia che ci unisce. Imitiamo il Beato Tommaso Maria Fusco nel suo cammino di santità e preghiamo perché sia presto elevato agli onori degli altari. Lui diceva sempre: chi ha ben studiato il Crocifisso, sa ogni cosa”.
red.