La celebrazione del Natale è la celebrazione della vita che nasce, sempre, nonostante l’uomo e le sue contraddizioni. Dio, attraverso quel Bambino entra nella esistenza di ciascuno, nella concretezza delle nostre vite, pone il suo sguardo di Padre su questa umanità ansiosa, insicura, impaurita e angosciata dai tanti drammi che l’attraversano.
Dio si è fatto piccolo, si è incarnato nell’umanità, è diventato esso stesso uomo vivendone le gioie ma anche i drammi e le delusioni: il tradimento, il rinnegamento, l’abbandono, la morte.
Così come Lui anche noi siamo chiamati giorno per giorno a farci piccoli, ad andare verso i più fragili, stando accanto a chi resta indietro per aiutarlo nel suo cammino.
Il mistero dell’Incarnazione è soprattutto speranza: Dio non si stanca di noi, non ci abbandona. Il fine della storia dell’umanità è andare verso Dio che rivolge il suo sguardo paterno su ciascuno di noi, anche quando sembra che il peccato ci annienti. In quel suo sguardo, tenero e misericordioso, c’è tutto l’amore che il Padre nutre per questa umanità travagliata dalle fragilità che ci portiamo dentro.
Tante sono le sofferenze che in questo Natale molti di noi porteranno in quella mangiatoia. Il nostro territorio, come tante altre realtà locali e internazionali, è attraversato da profonde lacerazioni (mancanza di lavoro, solitudini, povertà, malattie, sofferenze) ma ha anche tanti anticorpi fatti di uomini e donne che quotidianamente si mettono al servizio di chi ha più bisogno, guardando all’altro con gli occhi innocenti di quel Bambino.
In questo Natale che ci accingiamo a vivere, auguro a ciascuno di guardare il volto del Figlio di Dio, segno di speranza per tutti noi, affinchè ci aiuti a comprendere la grandezza del Padre e la potenza del suo amore. Dio misericordioso ci accompagna e ci sostiene trasformandoci da schiavi in suoi figli, cambiando le nostre vite, redimendo la nostra umanità che, a volte, si sente smarrita.
Recuperiamo l’esperienza dell’amore di Dio e cantiamo la gioia in forza di quella speranza che ricostruisce le macerie dell’umanità ridando forma divina ad ogni volto sfigurato di uomo.
Serafino Parisi, Vescovo