“Cominciare a pensare la Quaresima, momento favorevole e tempo della salvezza, proprio come l’occasione, l’opportunità, forse l’ulteriore opportunità, che il Signore offre ad ognuno di noi per recuperare innanzitutto se stesso”. Così il vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel corso della celebrazione eucaristica officiata in cattedrale in occasione del Mercoledì delle Ceneri.
“Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato – ha aggiunto – ci propone questi tre riti che sono legati alla vita personale ma sono legati anche alla vita comunitaria: l’elemosina, la preghiera il digiuno” che vanno vissuti nell’interiorità. La Quaresima, quindi, inserita “dentro questa logica del recupero del rapporto innanzitutto con noi stessi con la nostra vita, con l’autenticità della nostra vita. Ed ecco perché – ha sottolineato i Vescovo – la proposta della liturgia di questa sera è: per tutto il periodo della Quaresima, recuperare l’interiorità e non, invece, ciò che è esteriore ed eclatante, ed è spettacolare, ed è magari come se dovessimo immaginare di fare cose strabilianti. Il regno dei cieli è per le cose piccole, umili, per gli atti nascosti perché il Padre vede nel segreto. Allora, in questa dimensione intima, interiore, possiamo elaborare il progetto della nostra vita orientandola a ciò che il Signore chiede per ognuno di noi. Cioè orientandola in riferimento alla volontà di Dio su si me, per me. Questa è la Quaresima. Ecco perché è un momento favorevole che non possiamo sciupare. Ed allora ecco perché questo nostro impegno di recupero della dimensione interiore, intima che, poi, vuol dire strettamente personale, è strettamente vitale, è per la qualità della nostra esistenza. Innanzitutto per noi stessi”.
“Poi – ha proseguito monsignor Parisi – questa revisione di vita, questo ritorno presso noi stessi può anche diventare un incentivo o uno stimolo per la vita degli altri, per la vita sociale, per la vita comunitaria. Ma ripartire per il riposizionamento della nostra vita all’interno della considerazione che Dio ha di me. Ed ecco perché non posso inventare altre cose, non posso, nell’estrosità, nell’eccessivo tentativo di distinguermi, pensare di fare chissà quali grandi cose. Le cose grandi sono quelle piccole, sono quelle nascoste, sono quelle fatte nel segreto. Ed allora, se vogliamo arrivare alla Pasqua di Gesù, alla Pasqua del Risorto, se vogliamo arrivare trasformati, dobbiamo innanzitutto partire da questa dimensione intima. Questa è la forza, la richiesta pressante, che ci viene viene dalla liturgia della parola di questa sera”.
“Il Signore – ha aggiunto il Vescovo – non ci abbandona, tende la mano e ci fa tornare alla casa del Padre dove ci aspetta, dopo essersi messo sulle nostre tracce. Questa sera imporremo le Ceneri. Mostrarsi con la testa cosparsa di cenere è il momento della penitenza, non per mostrarla agli altri. Imporre le ceneri vuol dire mettersi alla sequela della Parola di Dio per orientare la nostra preghiera che ci offre la settimana che apre il cammino della Quaresima che è abbraccio nella stessa dimensione dell’abbraccio che Dio ha per noi. Più peccatori siamo, più il Padre ci ama: questa è la grande rivelazione di Dio. Perché il Padre vuole che questo suo stile nei nostri confronti sia il nostro stile. Il Signore fa risorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti: è questo lo stile di Dio”.
Saveria Maria Gigliotti