“Vorrei innanzitutto ringraziarvi per la vostra opera ed il vostro impegno, non ‘perché siete dentro la Calabria in un territorio difficile’” in quanto “ogni angolo di terra ha le propria difficoltà”, ma perchè “siete chiamati ad entrare, a farvi breccia, anche tra tante resistenze, con il cuore dei semplici e con l’attesa dei giusti”. Così stamani il vescovo, monsignor Serafino Parisi, rivolgendosi ai carabinieri presenti in Cattedrale per la celebrazione eucaristica della “Virgo Fidelis” ringraziandoli “per la vostra presenza nella storia” ed anche perché “con la vostra fedeltà stimolate pure noi ad essere fedeli a quella parola di Dio che vuole solo il nostro bene”.
Una memoria, quella della presentazione di Maria al Tempio che la Chiesa celebra oggi e che “è la consegna di sé, la donazione della sua vita che, sin da piccola, viene fatta al Signore”, all’interno della quale si inserisce “anche la vostra festa, il ricordo di voi carabinieri – ha detto il Vescovo – , il ricordo della Virgo Fidelis. Anche lì, già nel nome, c’è l’indicazione della vostra storia legata, ormai, da più di un secolo e mezzo alle vicende dell’Italia, alle vicende della nostra nazione ed anche quel contributo alla pace che voi avete dato anche al prezzo del sangue fuori dall’Italia”. E “la cifra identificativa dell’identità dell’Arma dei carabinieri”, secondo monsignor Parisi, “sta proprio in questa Virgo Fidelis riferita a Maria ma sta, in modo particolare, nella fedeltà ad una vocazione, ad un desiderio, ad un impegno. Cioè, prima di tutto viene la vostra scelta, la scelta che in un giorno della vostra vita avete fatto per entrare nell’Arma dei carabinieri, sapendo che vocazione, desiderio ed impegno avrebbero richiesto, innanzitutto, una scelta libera, una scelta consapevole, una scelta responsabile fino alle estreme conseguenze. E questa fedeltà è il dinamismo che anima le vostre giornate, che anima il tempo vostro, che anima la vostra e la nostra storia. E questa fedeltà che è anche fedeltà – mi piace dire – alle leggi, che è anche fedeltà ad un progetto che è quello di una società libera, di una società giusta e di una società pacifica. A me piace pensare – ha affermato il Vescovo – che il vostro ‘sì’, il vostro giuramento sia un po’ dovuto alla sensibilità che ho chiamato prima desiderio, vocazione, impegno che sono legate alla vostra persona. Però, la fedeltà è anche al progetto che grazie a voi bisogna realizzare concretamente dentro la storia quello, cioè, di costruire una società dalle relazioni sane, giuste e, dal nostro punto di vista di credenti, direi fraterne, e capace sempre di indicare che c’è un punto di arrivo che è quello di una pace stabile, una pace percepita perché reale”.
Quindi, facendo riferimento al brano del Vangelo, il Vescovo ha rimarcato che esso “cambia i connotati alla presentazione della fede. Anticamente – ha aggiunto monsignor Parisi – , tutti i rapporti, le alleanze, i patti venivano fatti sulla base del legame di sangue. Ne sappiamo ancora noi qualche cosa di quel che vuol dire legami di sangue, legami parentali all’interno dei quali è difficile, a volte, entrare e sui quali si costruiscono, a volte, imperi di giustizia, altre volte di ingiustizia e di illegalità! Tutto veniva stabilito con questo vincolo, il vincolo del sangue. Invece, nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, Gesù dà il principio di trasformazione della relazione con Dio e della relazione tra fratelli, tra credenti. Ed il principio è questo: ‘Chi fa la volontà del Padre mio è per me fratello, sorella e madre’. La fede, cioè, non si trasmette con il sangue, non si trasmette con i cromosomi, con il Dna, la fede è una scelta di vita ed è quella scelta di fondare la nostra esistenza sulla fedeltà – ed ecco una parola che a voi ed a noi è cara – incrollabile di Dio”.
Saveria Maria Gigliotti