“Vi auguro ed auguro a ciascuno di noi di poter essere nel mondo parola profetica. La parola della profezia che il mondo di oggi si aspetta, questo mondo lacerato, segnato dall’individualismo per cui ognuno di noi pensa di essere il centro dell’universo e pensa di potersi servire dell’altro, è quella della” seconda opportunità” che il Signore offre a ciascuno di noi. La parola della profezia che dobbiamo portare nel mondo è quella dell’Amore che salva. Quella “Charitas”, che S. Francesco di Paola ha come stemma, che è compartecipazione allo stesso amore di Dio Padre, essere inseriti nello stesso amore che lega Padre e Figlio nello Spirito Santo”. Lo ha detto il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafini Parisi nel corso della concelebrazione eucaristica al Santuario di S. Francesco a Paola, a conclusione della giornata di fraternità che per la prima volta ha visto radunati al santuario paolano le rappresentanze regionali dei terzi ordini minimi, francescani, carmelitani e domenicani, nel solco del cammino sinodale avviato da Papa Francesco un anno fa.
Rivolgendosi ai laici dei diversi ordini religiosi, il vescovo di Lamezia Terme li ha esortati a “lasciarsi sedurre dalla Parola di Dio che ci dà un orientamento per una presenza sensata e qualificata all’interno del mondo e della storia, nel cuore dell’umanità. La secolarità, essere nel mondo ma non del mondo, è il “massimo comune denominatore” della vostra esperienza ecclesiale. Tutti noi attraversiamo la storia ma ognuno di noi l’attraversa con la vocazione che lo contraddistingue, come ci ha ricordato San Paolo, fino ad arrivare all’unica fede in Cristo di cui siamo chiamati ad essere testimoni. La Parola di Dio ci spinge ad andare avanti, ci sollecita ad incidere un solco nella storia”.
Commentando il Vangelo del giorno, Monsignor Parisi ha messo in guardia “dal rischio che ancora oggi circola di pensare un dio che risponde a logiche umane del tipo “se tu fai del male, io te la faccio pagare”. No, non possiamo deturpare l’immagine di Dio. Il Dio rivelato da Gesù Cristo è un Padre che non condanna, ma aspetta; che non taglia subito il fico sterile, ma offre a ciascuno di noi una seconda opportunità”. La conversione, dunque, “è il principio secondo cui noi credenti stiamo nel mondo. Noi siamo nel mondo certi di essere nell’amore di Dio e, in questo circuito vitale di amore, dovremmo essere capaci di far entrare gli altri. Un circuito vitale d’amore di cui – badate bene – noi non siamo gestori, ma siamo parte. La nostra missione nel mondo è, dunque, quella di essere profezia, di dire al mondo che c’è ancora speranza, c’è ancora possibilità di costruire storia nuova, di mostrare attraverso il nostro servizio il volto di un Padre che ci aspetta tutti”.
“Questa parola dell’amore – ha concluso Parisi – possa essere il nostro impegno nostro nella storia. Noi possiamo costruire storia nuova se siamo capaci dire profeticamente agli altri che Dio ci ama. Il principio che può ricostruire la storia è l’amore e, chi è toccato dall’amore, si impegna perché gli altri possano percepire che solo l’amore costruisce relazioni, costruisce storia nuova, rifà il volto nuovo dell’umanità”.
A porgere il saluto a nome della comunità dei Minimi, all’inizio della celebrazione, padre Domenico Crupi che ha parlato “di un evento storico che, nella luce del Sinodo, vede oggi riuniti qui a Paola tutti i terzi ordini della Calabria. Anche voi laici, sull’esempio dei vostri Santi Fondatori, siete chiamati e inviati a risplendere per virtù e fede in una società che non vuole sentire parlare di Dio, segnata da discordie e guerra. La vostra presenza qui oggi a Paola testimonia l’attualità dei vostri carismi e la bellezza della comunione nella diversità”. A monsignor Parisi, che per la prima volta ha celebrato l’Eucaristia al santuario di Paola dalla sua nomina a vescovo, “l’augurio di un ministero gioioso e fecondo. Possa S. Francesco di Paola accompagnarla nella sua missione di guida e di pastore”.
Salvatore D’Elia