“Il messaggio di Papa Francesco per questa sesta giornata mondiale dei poveri è una sana provocazione per tutti noi, per riscoprirci anche noi poveri per servire meglio i fratelli in povertà. C’è una povertà che uccide: la miseria, figlia delle diseguaglianze. Una miseria che conosce sempre più volti nuovi nel nostro Paese, che riguarda sempre di più i giovani e gli anziani soli e spesso si tramanda di padre in figlio. E poi c’è una povertà che libera, quella che nasce dall’incontro con il povero che ci fa “spogliare” così come Dio in Gesù si è spogliato e si è fatto povero per noi. Nell’incontro con il povero, ci liberiamo da tutto ciò che non è necessario, dai nostri pregiudizi, per dare spazio a ciò che conta veramente: l’amore, la “Charitas”, quell’amore che non vuole solo la promozione di noi stessi, ma di tutti, del bene comune, di una nuova umanità
Questa giornata è occasione per guardare le povertà che ci sono vicine ma anche per spalancare il cuore alle tante povertà del mondo: alle guerre in tante parti del pianeta, al dramma dei profughi e dei migranti che non sono solo quelli che arrivano sulle nostre coste ma in tutto il mondo donne e uomini sono costretti a lasciare le loro terre per la miseria, per la guerra, per gli effetti dei cambiamenti climatici.
La celebrazione di questa giornata è un passaggio in più nel nostro cammino di conversione per aprire il cuore alle sorelle e ai fratelli in difficoltà.” Così il direttore di Caritas Italiana di Don Marco Pagniello a “Lamezia Nuova”, in occasione dell’incontro promosso dalla Caritas Diocesana con gli operatori e i volontari e nel corso del quale sono emerse, non solo le cosiddette “nuove povertà” come, ad esempio, quella educativa, ma è stato registrato anche un aumento di richieste rispetto agli anni precedenti.
In particolare, al “Centro di ascolto diocesano” sono state 300 persone in più quelle che si sono rivolte allo sportello della Caritas per richieste di aiuti, non solo materiali. Sono stati tanti, infatti, gli anziani che avevano bisogno “solo compagnia”. Da gennaio, inoltre, al “Centro Interculturale Insieme“, che fa da ponte tra immigrati e servizi, sono state 539 le persone in più che si sono rivolte agli operatori per richieste di vario genere. Invece, dal dormitorio, che a luglio è stato anche seggio elettorale in occasione delle elezioni in Senegal, e dove 20 famiglie a turno preparano i pasti per gli ospiti, dal 2014 sono passate oltre mille persone con un picco di 40 persone al giorno ospitate. Altro servizio che ha registrato un incremento è stato quello del “Centro docce e vestiario“: con un passaggio di 350 persone per le docce e di oltre 500 per il servizio vestiario. La mensa, infine, i cui nuovi locali sono stati inaugurati a dicembre dello scorso anno, serve un centinaio di pasti al giorno, compreso l’asporto, ed in questo anno sono stati distribuiti oltre 16mila pasti tra mensa ed asporto.
Saveria Maria Gigliotti
Salvatore D’Elia