Gv 14,15-16.23-26
Il dono dello Spirito Santo è il culmine della rivelazione di Gesù, è il vertice dell’annunzio del Vangelo. La terza persona della santissima Trinità comunica la verità di Gesù Cristo direttamente al cuore delle persone, agisce come insegnante del cristianesimo, rivela ai discepoli la volontà di Dio e dona loro la forza per testimoniare il Vangelo. Lo Spirito Santo infonde nella vita dei discepoli, con un risultato che non possiamo raggiungere da soli, amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, autocontrollo (cf. Gal. 5,22-23). Il termine greco “Paràclito”, assegnato da Gesù allo Spirito Santo, designa la funzione di colui che viene chiamato in soccorso; si può tradurre con “soccorritore”, è l’azione dell’avvocato difensore. Tale azione dello Spirito nella comunità cristiana avviene affinché “rimanga per sempre”, cioè la sua presenza non è dovuta a situazioni di pericolo, ma è costante: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un alto Consolatore perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,16). Tra gli inni liturgici dedicati allo Spirito Santo molto significativa è la sequenza “Veni Sancte Spiritus” del nono secolo che ben delinea l’azione costante e continua di aiuto della terza persona della santissima Trinità in favore di ogni uomo: «Vieni, santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen».
Don Pino Fazio