Il 23 aprile scorso, in occasione dell’apertura del sesto convegno missionario giovanile (Comigi 2022), Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti all’incontro promosso dalla Fondazione “Missio” della Conferenza Episcopale Italiana.
Di seguito il saluto di Giovanni Rocca, giovane proveniente della Diocesi di Lamezia Terme, segretario nazionale Missio Giovani, al Santo Padre:
“Santità, è con immensa gratitudine che ci presentiamo oggi a lei: siamo i giovani missionari, accompagnati dai nostri animatori e da alcune equipe dei Centri Missionari Diocesani. Tra qualche ora daremo inizio al VI Convegno Missionario Giovanile. Sarà per noi un vero e proprio Giubileo: un tempo prezioso che ci donerà l’occasione di fare memoria del passato per proiettarci nel futuro della missione e del nostro impegno nella Chiesa.
Ci apprestiamo a viverlo nel tempo di Pasqua, colmi della gioia di Cristo risorto, vivo in mezzo a noi e nella nostra gioventù. Pochi giorni fa, la celebrazione della Risurrezione del Signore ci ha donato la meditazione del Vangelo di Giovanni: la corsa di Pietro e del Discepolo Amato verso il sepolcro rimasto vuoto. Questa immagine ci racconta di un giovane che, sopraffatto dal timore o forse dalla gioia, si lascia andare in una corsa liberatoria. Vede Santità, anche noi vogliamo correre, vogliamo sentire il vento dello Spirito che gonfia le vele e ci conduce fino agli estremi confini della Terra. Sogniamo la Chiesa che lei sogna, una chiesa missionaria che si fa prossima agli ultimi e agli impoveriti della Terra.
Oggi siamo qui Santo Padre per dirle grazie ma anche per consegnarle un sogno, una preghiera: la Chiesa ci invii sulle strade del mondo, ci lasci andare per poi ritrovarci nelle periferie più remote di questa umanità ferita. Lo abbiamo imparato nei nostri viaggi: è lì, nelle periferie, che il Vangelo già ci attende. Oggi non siamo venuti a mani vuote, Santità. Abbiamo ricevuto molto da lei e spesso tra noi ripetiamo le sue parole, come monito, che non dobbiamo lasciarci portare via l’entusiasmo.
Ci piace pensarla come nostro compagno di viaggio, mentre scopriamo la fede mettendoci al servizio della sorella e del fratello ai quali non possiamo donare nulla se non la speranza, annunciando la buona notizia di Gesù Risorto. Ci permetta di donarle due piccoli segni del servizio missionario che viviamo con passione: il primo è una stola, simbolo del servizio sacerdotale, che riporta la croce con i colori dei continenti. Spesso la doniamo ai missionari, prima della partenza, con l’augurio che la consapevolezza di una comunità che li invia gli sia di sostegno; il secondo dono è la casacca che indosseremo durante questi giorni; è interamente realizzata dalla lavorazione di bottiglie di plastica riciclate segno del servizio di noi giovani e dell’impegno nel prenderci cura della nostra Casa Comune.
Preghi per noi. E anche noi, non ci dimenticheremo di pregare per lei, per la Chiesa e per la missione.”