“Rendo omaggio ai giornalisti che pagano di persona per servire questo diritto. L’anno scorso nel mondo 47 sono stati uccisi e più di 350 incarcerati. Un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell’umanità“. Così Papa Francesco, a conclusione della preghiera del Regina Coeli di domenica scorsa, ha rivolto un pensiero ai giornalisti e agli operatori della comunicazioni in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra oggi, 3 maggio.
Secondo la Federazione internazionale dei giornalisti, nel 2021, a fronte di un minor numero di giornalisti uccisi, si sono intensificate le minacce contro i giornalisti e la libertà dei media. La Ifj ha censito un numero record di giornalisti in detenzione: 365, in considerevole aumento rispetto ai 235 dell’anno scorso. Gli operatori dell’informazione, ha rilevato l’organismo, “il più delle volte vengono uccisi per aver denunciato corruzione, criminalità e abuso di potere nelle loro comunità, città e paesi”. E mentre “i rischi associati ai conflitti armati si sono ridotti negli ultimi anni” perché un minor numero di giornalisti è stato in grado di riferire dal terreno, “continuano ad aumentare le minacce delle bande criminali e dei cartelli della droga, dalle baraccopoli in Messico alle strade delle città europee in Grecia e Paesi Bassi”.
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, come riferito dall’ Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza comune Josep Borrel, secondo la piattaforma del Consiglio d’Europa per la tutela del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, sono già stati uccisi 10 operatori dei media ucraini e internazionali e molti altri sono rimasti feriti.