di Alfonso Ciriaco, Presidente Ass. Oltre L’autismo Catanzaro
Ormai di consapevolezza ce n’è anche abbastanza ma, anche se ci sono leggi ad hoc sull’autismo come i Lea, ovvero i livelli essenziali di assistenza, che prevedono tante belle cose sull’autismo a partire dalle terapie che dovrebbe essere somministrate dalle Aziende sanitarie, purtroppo molto, anzi quasi tutto rimane sulla carta. Anche nella provincia di Catanzaro si è dovuto passare dal Tribunale del Lavoro per poter aver riconosciute le terapie specifiche per l’autismo e ad averle rimborsate dall’Asp, dato che quest’ultima non riesce a fornirle alle famiglie attraverso le proprie strutture. Anche la scuola rimane lontana dai bisogni dei bambini e dei ragazzi autistici per mancanza di una formazione adeguata sia dei docenti di sostegno che dei docenti curriculari, così come dei dirigenti stessi: a causa di ciò, le nostre scuole rimangono indietro rispetto a quelle che sono le esigenze dei bambini e dei ragazzi autistici per un’inclusione vera degli stessi e anche rispetto a quella che dovrebbe essere la crescita a livello didattico. Molti progetti finanziati non vengono poi realizzati: le Politiche Sociali, infatti, anche per mancanza di equipe adeguate e di personale formato, non riescono a stare dietro ai tanti finanziamenti e bandi che escono sia a livello regionale che nazionale a favore delle famiglie delle persone con autismo. Nella nostra provincia erano partiti i tavoli istituzionali anche sulla disabilità ma si sono fermati ben presto: tutto ciò comporta una mancanza di collegamento tra la politica e gli enti del terzo settore che si occupano di disabilità e nello specifico di autismo. Questa mancanza di dialogo fa sì che le famiglie e le associazioni, che le rappresentano, non possano intervenire sulla progettazione a favore delle stesse. Insomma, ci ritroviamo anche in questo 2 aprile, nel marasma più completo, in cui, per superficialità e per mancanza di obiettivi e di dialogo, si affronta questo tema da un punto di vista superficiale e oltretutto in modo del tutto arbitrario da parte delle Istituzioni pubbliche, non seguendo quelle che sono le linee e i paradigmi che dovrebbero invece guidare tutte quante le attività a favore delle famiglie delle persone con autismo. Ancora peggio sono le condizioni degli adulti con autismo abbandonati completamente a loro stessi e alle cure delle singole famiglie: non esistendo centri autismo per adulti e politiche attive di formazione e/o inserimento nel mondo del lavoro, si rischia che tutti i progressi fatti vengano del tutto persi. In Calabria ci sono tante famiglie che ogni giorno vivono l’autismo, in ognuna delle nostre città…alcune ancora nascoste, a vivere la condizione del proprio caro in solitudine, famiglie che non riusciamo a intercettare nemmeno noi come associazione. Abbiamo bisogno di una politica e di istituzioni, sia laiche che religiose, che dialoghino in modo costruttivo e permanente con il terzo settore, per confrontarsi e lavorare in modo proficuo a favore delle persone con disabilità e nello specifico autistiche. Non ci accontenteremo mai di qualche luce blu su qualche monumento e di palloncini svolazzanti.