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Cultura e Società

L’alfabetizzazione sulle tematiche dell’asilo per operatori dello SPRAR

Paolo Emanuele · 10 anni fa

In questa settimana è stato realizzato un corso di aggiornamento “L’alfabetizzazione sulle tematiche dell’asilo per operatori dello SPRAR”, presso l’Auditorium Parco Peppino Impastato in Via Placido Rizzotto – Lamezia Terme, per l’equipe dei vari SPRAR presenti nella Regione Calabria. Questo corso è stato realizzato da Cittalia – Centro europeo di studi e ricerche per i Comuni e le Città – Fondazione di ricerche dell’ANCI. In particolare giovedi scorso (10 aprile 2014) è stato affrontato da me e dal Medico Lorenzo Surace (Responsabile del Centro Medicina del Viaggiatore e delle Migrazioni - Presìdio Ospedaliero di Lamezia Terme), i seguenti temi:

1) “L’evoluzione della normativa del diritto alla salute”;

2) “Medicina delle Migrazioni. Profilo di salute e aree critiche. Approccio transculturale”.

“L’evoluzione della normativa del diritto alla salute”

I primi riferimenti sull’assistenza sanitaria al cittadino straniero li troviamo nell’art. 32 della Costituzione Italiana (TITOLO II RAPPORTI ETICO-SOCIALI art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”). Le politiche sanitarie per la tutela degli immigrati e dei rifugiati in Italia sono un patrimonio relativamente recente. Se ne comincia a parlare agli inizi del 1990, ma solo nel 1998 il tema viene affrontato compiutamente con la legge n. 40 (la cosiddetta “Turco-Napolitano”) poi confluita nel Testo Unico (T.U.) sull’immigrazione (Decreto Legislativo n. 286 del 25 luglio 1998). Il regolamento d’attuazione di questa legge (Decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 31 agosto 1999) ed una Circolare del Ministero della Salute (n. 5 del 24 marzo 2000) completano l’impianto normativo coerente con il mandato costituzionale di garanzia di cure “... come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività ...” (art. 32 della Carta Costituzionale). Il T.U. sull’Immigrazione, ha dato le basi per il diritto assistenziale all’immigrato. La parte sulla sanità viene trattata nell’articolo 34/35/36. L’articolo n. 34 del TU dal titolo “Assistenza per gli stranieri al Servizio Sanitario Nazionale”, contiene le norme per gli immigrati “regolarmente soggiornanti” sul nostro territorio, cioè con una titolarità giuridica di presenza testimoniata da un regolare permesso o carta di soggiorno. L’art. 34 ha come scopo quello di sostenere percorsi di integrazione, favorendo al massimo la possibilità di iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) per tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti e per i loro familiari. In sintesi, la legge prevede che tutti gli stranieri legalmente e stabilmente presenti siano obbligatoriamente iscritti al SSN. Tale indirizzo è affermato nel riconoscimento della piena uguaglianza di diritti e di doveri con i cittadini italiani, perseguita secondo modalità che garantiscono la parità di trattamento. Per favorire una maggiore stabilità del diritto all’assistenza, sono stati inseriti correttivi quali il permanere della validità dell’iscrizione al SSN nel periodo in cui sono in corso le procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno. La legge (art. 34, comma 1, lettera a) dirime, inoltre, la questione della possibilità e delle condizioni di iscrizione al SSN per i lavoratori disoccupati stranieri e (comma 2) per i loro familiari a carico, sancendone la piena parità di trattamento e la piena uguaglianza di diritti e di doveri con i cittadini italiani. Inoltre il requisito della residenza non è condizione indispensabile ai fini dell’iscrizione al SSN (comma 7: Lo straniero assicurato al servizio sanitario nazionale é iscritto nella azienda sanitaria locale del Comune in cui dimora secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione.). L’art. 35 dal titolo “Assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale”: affronta il tema di tutela sanitaria non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno”, i cosiddetti irregolari e/o clandestini. Al comma 3 vengono riprese alcune disposizioni già contenute nell’articolo 13 del D. Legge n.489/95 e nei successivi telex esplicativi e ordinanze ministeriali, prevedendo la necessità di assicurare anche “ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno…., le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio” e di estendere “i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. Il comma 5 dell’art. 35 del T.U. precisa, inoltre, che “l’accesso alle strutture sanitarie da parte del cittadino non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”. Tale impostazioni mira in realtà ad evitare che, innestando dinamiche di perseguibilità del soggetto portatore di un bisogno di salute sulla base del suo status giuridico, se ne possa determinare una condizione di “clandestinità sanitaria”, che di fatto impedirebbe la tutela della salute dell’intera collettività. Questo punto è stato durante l’incontro sottolineato più volte, perché pochi immigrati sono a conoscenza di questa normativa. L’art 36 dal titolo “Ingresso e soggiorno per cure mediche”, definisce le condizioni che lo straniero deve ottemperare per ottenere un visto d’ingresso e relativo permesso di soggiorno per cure mediche, nel caso che intenda effettuarle in Italia. Se l’Italia è divenuto Paese d’Immigrazione a partire dal 1973, quando il Saldo Migratorio è divenuto per la prima volta positiva; l’Italia è divenuto Paesi d’Asilo nel 1990.Da tale anno l’Italia è diventata a tutti gli effetti un Paese d’Asilo per effetto essenzialmente dell’abolizione della riserva geografica in seguito, alla Legge Martelli (legge 39/90) “Norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggiorno dei cittadini extracomunitari e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ed apolidi già presenti nel territorio dello Stato”, ha abolito la riserva geografica della Convenzione di Ginevra del 1951 - che limitava il riconoscimento dello status ai rifugiati provenienti dall'Europa (art 1 Parte A comma 1).

“Medicina delle Migrazioni. Profilo di salute e aree critiche. Approccio transculturale”.

La Medicina delle Migrazioni nasce in Italia alla fine degli anni ottanta dalle riflessioni di medici e altri operatori della salute, che in varie parti d’Italia si impegnavano per garantire diritti negati e nascosti. Il fenomeno migratorio all’inizio ha generato una serie di preoccupazioni, tra cui al primo posto sicuramente quella relativa alla possibilità di rischio sanitario per malattie esotiche che avrebbero potuto creare problemi nella popolazione autoctona. A seguire una serie di problemi di carattere sociale, culturale ed economico. Tutto questo però negli anni è andato via via scemando, soprattutto grazie alla messa in campo di normative tendenti a regolamentare i diritti di cui questi cittadini potevano beneficiare, così come alla maggiore consapevolezza dell’effetto migrante sano. Non risponde assolutamente al vero il fatto che immigrato equivale a portatore di malattia in quanto si tratta di soggetti che partono in condizioni di assoluto benessere dalla propria terra per investire sul proprio patrimonio di salute. Può però capitare che alcuni immigrati provenienti da aree endemiche per alcune malattie, giungono in Italia già affetti da una determinata malattia di cui non conoscono l’esistenza. Tutto ciò può capitare sostanzialmente per la carente sorveglianza sanitaria nei paesi di origine o per la povertà in cui sono costretti a vivere o perchè vittime di torture e violenze. Rivolgersi alla salute dei migranti non è solo una giusta causa umanitaria, ma è anche un bisogno per il raggiungimento di un miglior livello di salute e benessere di tutti coloro che vivono in Europa. l’accesso all’assistenza sanitaria da parte di tutti deve essere considerato come un prerequisito per la salute pubblica in Europa ed un elemento essenziale per il suo sviluppo sociale, economico e politico, oltre che per la promozione dei diritti umani. Le patologie degli immigrati sono le seguenti: 1) patologie di importazione: tutte le problematiche di salute che la persona si porta dietro a causa della propria provenienza: quelle di origine genetica (talassemia - anemia falciforme), quelle determinate da fattori carenziali per abitudini alimentari o esposizione a sostanze tossiche nel paese d’origine, quelle derivanti da malattie infettive contratte nel paese d’origine (malaria - tbc – parassitosi intestinali – malattie veneree – aids ecc.) 2) patologie di adattamento: condizioni psicopatologiche a causa del trauma della migrazione

3) patologie di acquisizione: legate a fattori di rischio cui l’immigrato viene sottoposto nel paese ospite e non ci sono differenze rispetto al cittadino italiano che si trova a subire a parità di classe di età le stesse condizioni morbigene. Si manifestano in maniera sempre maggiore quelle malattie comuni di ogni cittadino italiano, però queste patologie s’intersecano in un mix di difficile definizione con quelle che sono definitemalattie da disagio o malattie da degrado. Patologie rappresentate principalmente da: malattie respiratorie, polmoniti, faringiti, flogosi delle vie aeree, tubercolosi, patologie gastrointestinali. Malattie del disagio rappresentate dalla scabbia, la pediculosi, alcune infezioni virali, micotiche e veneree, caratteristiche della popolazione che vive in condizioni difficilmente accettabili. Le migrazioni sono fonte di stress e di pericoli per la salute, perché comportano una nuova organizzazione della vita con un conseguente totale sradicamento dall'ambiente di origine, dalle proprie sicurezze. Per tale motivo la tutela della salute dei migranti assume un'importanza strategica, anche nell'ottica di una salvaguardia della salute di tutte le persone a rischio di emarginazione.