A chiunque abbia assistito, nel tardo pomeriggio di martedì scorso, nella Cattedrale di Lamezia alla solenne liturgia per il conferimento del sacramento dell'Ordine presbiteriale a tre diaconi della Diocesi, non è certamente sfuggito il "colpo d'occhio" offerto dal presbiterio del sacro edificio, dove avevano preso posto, intorno al Vescovo diocesano S.Ecc. Rev. mons. Luigi Antonio Cantafora, i concelebranti insieme con un cospicuo numero di sacerdoti (in pratica, quasi tutto il clero diocesano, secolare e ordinale) tutti indossanti le vesti proprie richieste dal solenne rito. Che è risultato duplice giacché l'ordinazione dei nuovi sacerdoti coincideva con il decimo anniversario della consacrazione episcopale dell'attuale Pastore diocesano. come ha spiegato il Vicario Generale, don Adamo Castagnaro, in apertura della lunga liturgia, formulando filiali auguri al Presule con un generale invito a gioire per la felice coincidenza. Un invito quello del Vicario Diocesano rivolto anche ai fedeli. Perché quello delle vocazioni ecclesiastiche è certamente il primo problema che sta a cuore di un Vescovo, ma è anche un interesse- ha detto don Adamo- per tutti i fedeli. Il presbiterio della Cattedrale – dicevamo – offriva la miglior risposta: al presunto calo delle vocazioni; ad affermazioni secondo le quali i sacerdoti giovani sarebbero sempre in numero minore; a chi parla di depressione nei preti, in pesanti crisi di identità, talvolta incapaci di dialogare con la società.
Il vescovo Cantafora, nell'omelìa, accennando ai temi più importanti suggeriti dal rito religioso, ha sottolineato con forza gli impegni che comporta l'ordinazione sacerdotale, ribadendo altresì il concetto del ministero proprio dei sacerdoti: quello di salvare ed avvicinare le anime a Dio. Ed è il rapporto con Dio che il presbitero non deve mai perdere di vista, ha insistito il Pastore. Al presbitero - ha aggiunto mons. Cantafora - spetta non solo il compito di annunziare la Buona Novella, quanto soprattutto anche quello di osservarla con l'esempio di un comportamento veramente integro. La celebrazione è proseguita con i suggestivi momenti dell'ordinazione vera e propria. I tre diaconi "presentati" al Presule dai parroci delle Parrocchie di provenienza, sono stati " interrogati" dal Vescovo circa la loro volontà di ubbidire, custodire la fede e compiere la propria missione. E' seguito il canto della Litanìa dei Santi e quindi l'imposizione delle mani da parte del Presule sul capo di ciascun eletto. In ordinate sequenze, il gesto è stato ripetuto dai sacerdoti presenti. Altro che sfiducia o assenza di entusiasmo o clero invecchiato, lo spettacolo offerto! Bastava guardare in faccia quelli che sfilavano ad uno ad uno per rendersi conto che disagi, sfiducia, incomprensione non abitano davvero nel nostro clero. Almeno da quello che abbiamo visto in questo pomeriggio di festa. Per non dire dei nuovi sacerdoti. Don Francesco Farina, don Silvestro Iera e don Antonio Pascali, ora con sulle spalle la stola perpendicolare, concluso il rito, si sono subito inseriti tra la gente che li acclamava. Il vescovo nella omelìa, aveva loro sottolineato il mandato di essere pastori di anime, ripetendo un motivo tanto caro a Papa Francesco, quello di vedere i sacerdoti tra la gente e soprattutto tra i più bisognosi per condividere gioie e dolori.