Organizzata dal , del quale è referente Nino Campisi, eletto di recente membro del Comitato nazionale di Pax Christi, si è svolta nei giorni scorsi alla chiesa Madre di Lamezia ovest la Veglia di preghiera e riflessione, presieduta da padre Vincenzo Arzente, dei Minimi del locale convento, dal titolo “Un ponte per Betlemme”, nella giornata di sensibilizzazione e preghiera contro il Muro.
“A 10 anni dall’arrivo del Muro di apartheid le comunità cristiane di Betlemme, BeitJala e BeitShaour –come è stato spiegato-, le suore del Charitas Baby Hospital e tanti altri cristiani di Betlemme ci chiedono di che da 10 anni gli abitanti di Betlemme si sono visti portare via la terra, la vita e il futuro dalla costruzione del muro di separazione, accumulando umiliazione, oppressione e sofferenza”: <> (Patriarca di Gerusalemme Fouad Twal).
Nel “far memoria delle conseguenze drammatiche che in questi 10 anni hanno messo alla prova la fede e la resistenza nonviolenta dei cristiani palestinesi -come evidenziato nel foglietto di invito all’incontro-, da quelli della parrocchia di BeitJala che speravano nel verdetto della Corte di giustizia per la costruzione del muro sulle loro terre, a tutti gli abitanti che aspirano a vivere nella serenità del lavoro e di una vita quotidiana dignitosa”, c’è l’invito a “pregare in ogni comunità e in ogni famiglia, qui in Italia, il giorno che ricorda la posa della prima lastra di cemento a Betlemme, nel decimo anniversario del Muro a Betlemme, nel centenario di Etty Hillesum e in attesa della storica Visita di Papa Francesco a Betlemme”, che si spera sancisca la pace definitiva in Palestina.
Introducendo il video sul tema, Nino Campisi ha motivato la localizzazione della Veglia alla Matrice quale momento di apertura delle varie iniziative di Pax Christi anche in altre realtà parrocchiali.
Nel corso della Veglia, poi, è stato spiegato che oggi Betlemme è “senza futuro, perché l’economia è ferma”, adducendo come esempio il fatto che “i pellegrini vengono portati a Betlemme per la sola visita alla chiesa della Natività e dopo due ore vengono ospitati negli alberghi di Tel Aviv o Gerusalemme”.
Non poca emozione ha suscitato, nel corso della veglia, la telefonata scambiata con un gruppo di italiani in “Pellegrinaggio di Giustizia” presenti a Betlemme e ospiti del Patriarcato Latino, che avevano celebrato la giornata del 1 marzo sostando e pregando presso il giardino degli ulivi, proprio quegli ulivi che duemila anni fa assistettero Gesù nell’ora della sua passione e che ora, invece, chiedono soccorso ai pellegrini nel momento in cui l’esercito israeliano li sradica per costruire il muro o realizzare nuovi insediamenti per i coloni. E qui il messaggio è stato forte e chiaro: “non abbattere gli ulivi, abbattere il muro”.
La veglia ha stabilito delle analogie tra la situazione di sofferenza e oppressione del popolo palestinese e il dramma della Shoah attraverso la lettura di brani tratti dai Diari di Etty Hillesum, nel centenario della sua nascita. "Questa giovane filosofa ebrea olandese che abbraccia la sofferenza del suo popolo e pur potendo sfuggire alla deportazione -ha sottolineato Campisi-, sente di dover rimanere con il suo popolo e condividerne le sofferenze, nella convinzione che l’unico modo per rendere giustizia alla vita sia quello di non abbandonare delle persone in pericolo e di usare la propria forza interiore per portare luce nella vita altrui. Muore quindi ad Auschwitz il 30 novembre 1943. I suoi diari su quegli anni bui, ritornati alla luce soltanto nel 1981, sono una vera lezione di spiritualità".
A conclusione anche la testimonianza a sorpresa di Gianluca Solera, già consigliere politico del parlamento europeo e autore di un libro “Muri, lacrime e za’tar-Storie e voci dalla Palestina”, che raccoglie una serie di racconti sul dramma palestinese.
Non è mancato anche un gesto concreto di solidarietà, dietro invito di padre Vincenzo Arzente, in favore del Charitas Baby Hospital di Betlemme, a cui sono state devolute le offerte sia della Santa Messa prefestiva che ha preceduto la veglia sia quelle raccolte a conclusione del momento di preghiera.