·

Spiritualità

A come Albero

Paolo Emanuele · 11 anni fa

A come Albero Albero è idea del Creato, della natura, dell’uomo. E’–per l’appunto- essenzialità della vita. E’vita lui stesso; ma è anche custode della vita, la nostra. Fin dalle primissime pagine delle Scritture è il protagonista. L’albero della conoscenza del bene e del male è tentazione per l’uomo che si vuole arrogare il vanto di essere simile a Dio, ma è pure metafora dell’impagabile desiderio di sapere che arde nell’animo umano e che è già prova di infinito.

A come Albero

Albero è idea del Creato, della natura, dell’uomo. E’–per l’appunto- essenzialità della vita.

E’vita lui stesso; ma è anche custode della vita, la nostra.

Fin dalle primissime pagine delle Scritture è il protagonista. L’albero della conoscenza del bene e del male è tentazione per l’uomo che si vuole arrogare il vanto di essere simile a Dio, ma è pure metafora dell’impagabile desiderio di sapere che arde nell’animo umano e che è già prova di infinito.

Il cieco di Betsaida quando riacquista la vista dice al Rabbunì: “vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano” (Mt 8, 22 – 24). Lo scrittore Erri De Luca, nel commentare l’episodio evangelico, scrive: “l’albero è forza verticale spinta dal suolo a sollevarsi in alto. Somiglia alla postura della specie umana”. Ieshu con gli alberi ci sapeva lavorare: dal padre Ioséf aveva imparato ad intagliare il legno. Ma sul Golgota –per tutti noi l’ora della prova- Egli è ormai un “albero abbattuto”: “era piantato al suolo –scrive ancora De Luca- e tutti i suoi passi finivano lì a piedi giunti e braccia spalancate come rami”. L’albero è –beninteso- (sempre) vita. E così da quell’albero abbattuto –che noi cristiani riconosciamo come il Figlio di Dio- è spalancata al mondo la liberazione, perché è là il preludio della Resurrezione.

Soprattutto dalle esperienze giuridiche costituenti del Sud America impariamo una particolare sensibilità ecologica verso i diritti della Madre Terra, e quindi del Creato, e quindi dell’albero. Mentre il continuo processo di deforestazione per fare spazio ad infrastrutture e centri commerciali cambia volto (e clima) all’ecosistema, l’uomo si inizia ad accorgere che la natura va rispettata, piuttosto che usurpata.

L’albero diventa così il testimone del dono più bello che Dio ha fatto all’uomo: il Creato, che è vita. Da cristiani condanniamo così con forza ogni deriva imperialistica che non rispetti l’ambiente e l’uomo, nel pieno dello spirito del serafico Francesco d’Assisi.

Sebbene Dio non sia la natura –sarebbe questa una concezione panteistica-, Dio è nella natura. Dio è nei fiori. Dio è negli insetti. Dio è in ogni specie vivente vegetale ed animale. Dio è nella rosa che doniamo alla fidanzata, ed è anche nelle sue spine: prende su di sé ogni situazione di peccato e di difficoltà.

L’impegno è quello di ammirare il Creato. Di vivere con responsabilità e amore. Di praticare l’ecologia. E –perché no- di sostare in preghieradavanti un albero. Per portare a quell’albero la nostra benedizione. Sarà il Creato a benedirci. Dio è lì …