Un mese fa circa mi trovavo incredulo nella città di Betlemme e con altrettanta meraviglia mi sono ritrovato in un luogo stupendo, la Basilica della Natività e nella Cripta della Basilica dove è nato Nostro Signore Gesù Cristo, luogo oggi contrassegnato da una stella bellissima. Poco distante la mangiatoia, un posticino affascinante piccolissimo che duemila anni fa era occupato da un bue ed un asinello anche loro increduli di dover riscaldare con il loro respiro il corpicino di un Bambino che da grande avrebbe dovuto salvato l’umanità.
Ora so dove Gesù è nato, ho visto il luogo, ho visto il campo di questi pastori che svegliatisi nella notte hanno sentito una voce che li guidava alla grotta. Il disegno di Dio è stato veramente grande. Pensavo a Betlemme come Maria avesse detto il Suo sì all’Arcangelo Gabriele nella Grotta dell’Annunciazione. Dio affida a Maria e a Giuseppe “il Suo figlio”; Dio detta la storia del Mondo e della salvezza a Maria che incredula accetta. Increduli anche Elisabetta e Zaccaria, che resterà temporaneamente muto, e che accettano il disegno di Dio in Giovanni il Battista. Zaccaria nel vedere il piccolo Battista è ispirato dallo Spirito Santo per cantare così nel suo Benedictus: “e Tu Bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai incontro al Signore a preparargli le strade”. E così sarà grazie anche ad una generosa Maria che condivide con Elisabetta il tempo della gestazione della cugina ma anche della sua, entrambe scelte nella gioia di mettere al mondo due Bambini, ma anche nel dolore di non averli più prematuramente, tra tanta ingiustizia e sofferenza. Giovanni il precursore e Gesù il Verbo incarnato, c’è tanto divino in questo disegno che darà una svolta all’umanità. E noi nel Presepe oggi collochiamo il nostro Bambino che è il Bambino di Dio, di Maria, il cuginetto di Giovanni il Battista, lo poniamo sul pagliericcio, lo illuminiamo con le belle lucine, gli cantiamo Tu Scendi dalle Stelle. Noi la notte del 24 Dicembre riscaldiamo il nostro cuore nel silenzio della notte stellata che ci regala un prodigio divino indicandolo sotto la stella cometa. E vediamo Betlemme, il suo cielo, il campo dei pastori, Gerusalemme e lo rappresentiamo in quello spettacolare presepe che fa a gara con tanti presepi del mondo per essere il più bello che accoglie il Bambino. Com’è strana la vita,Betlemme,una cittadina affascinante sulle colline che conducono alla vicina a Gerusalemme dove tu a metà novembre stai ancora con la maglietta a mezze maniche e sotto un sole cocente. Riguardi nella mente il presepe associandolo ai luoghi che stai vivendo e dici: ” ma che ci fa la neve sul presepe”. E la provvidenza ti dà la risposta pochi giorni dopo quando Gerusalemme e Betlemme vengono sommerse dalla neve, quasi a sottolinearti che quando il Bambino è nato faceva molto freddo. Quanta tenerezza ci fai Bambino Gesù che oggi rinnovi la Tua nascita in un mondo bellissimo,sotto un cielo stupendo,vieni a vivere una vita da dir grazie ogni giorno a Dio. Quegli occhi che ti guardano e che ti invitano a vivere di più la vita da bambino e nella gioia del Bambino Gesù. Quel Bambino che ha voluto prendere in braccio San Francesco nel presepe che lui stesso creò a Greccio; quel Bambino che con le lacrime agli occhi terrà in braccio Papa Francesco perché anche questa è la storia dettata da Dio. Sa già Papa Francesco che dovrà mostrare al mondo” il Bambino” perché Lui è il simbolo di tanti Bambini che ogni giorno il nostro Papa bacia ed eleva al cielo con tenero amore per benedirli davanti a Dio. Peccato caro il mio Bambino Gesù che non tutti ti accolgono, non tutti si fermano, non tutti si “rinnovano”nella loro vita vedendoti nascere. Caro Bambino Gesù, forse solo per un giorno fermerai le armi, l’odio, la violenza, le false ricchezze, la prevaricazione, le offese, le bugie, i tradimenti, una corsa pazzesca al danaro e al primato, obiettivi talvolta raggiunti senza meriti e senza sacrifici. Bambino Gesù che ci parli con gli occhi, oggi dovresti fare un miracolo appena i bambini di tanta famiglie Ti terranno nelle loro manine ancora incorrotte per poggiarTi sulla paglia nella piccola mangiatoia che Ti ricorda in una casa tormentata da problemi quotidiani che sono quasi tutti cagionati dai comportamenti cattivi, arroganti, pretestuosi di alcuni uomini che pur di gonfiare le loro tasche oltre il dovuto, ma molto oltre, hanno ridotto con i comportamenti e le decisioni molti altri a chiedersi, caro Gesù: ”ma cos’è questo Natale, esiste ancora il Natale?”.
Ma non Sei Tu che come Re del Cielo porti la pace ai nostri cuori e perché caro Bambino Gesù non fermi questo mondo che ha perso quella via che appena inizierai a predicare ormai adulto ci indicherai in quel bellissimo “unico” discorso della Montagna tra tanti che ti ascoltano, cinquemila circa, sulla collina delle Beatitudini, nello splendido scenario del lago di Tiberiade che hai fatto condividere anche a noi pellegrini in Terra Santa. Con la stessa pace che avevi da Bambino su quella collina, da adulto, ci avresti esortato così: "Beati i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, chi ha fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per causa della giustizia”. C’è necessità che Tu ci trasformi in sale della terra; fa che possiamo essere luce del mondo. Anche da Bambino parlaci del Regno di cui sei Re, quel regno che un domani ci accoglierà; ricordaci da subito come si entrerà e chi sarà considerato minimo o grande in questo grande eterno Regno perché abbiamo tanto bisogno che Tu ci fai ripetizione di vita e di insegnamenti. In questa mancanza di rispetto totale nel quotidiano, talvolta anche trasmessa pubblicamente attraverso i tanti mezzi di comunicazione, ricorda caro Bambino le Tue parole dette da grande “chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”.
La Geenna quel luogo putrido di Gerusalemme che tu hai ricreato nel Regno dei Cieli affinchè l’uomo sconti le sue ingiustizie. Bambino Gesù che ci aspetti sull’altare per quel bacio di affetto che ti diamo nel Santo Natale, guardaci con la tua dolcezza negli occhi e donaci memoria se qualcuno di noi è adirato con suo fratello. Esortaci a “lasciare lì il dono davanti all'altare e andare prima a riconciliarci con il fratello e poi tornare ad offrire il dono”. Ed ancora se vedi che “sparliamo” troppo talvolta anche fuori o dentro le Tue Chiese, con quei Tuoi occhi teneri ammoniscici come farai sul lago: ” Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. Donaci Bambino la forza di amare e di saper perdonare ma dacci anche tanto desiderio di “pregare”. Grazie Bambino Gesù, questa è solo una sintesi di quello che San Matteo nel capitolo 5 del suo Vangelo ci descriverà per intero nel discorso della Montagna. Rinnovaci testimoni del sì e del no, dell’amore, della pace, dell’onesta, della fratellanza, del rispetto, dona a noi il coraggio dell’esaminarci quotidianamente, perché se noi uomini vogliamo gioire in Te Bambino la notte di Natale, dobbiamo illuminare con la stella di Betlemme il nostro cuore e la nostra mente e dobbiamo sforzarci nella contemplazione di Te Bambino Gesù per vivere la vita come Tu vuoi e non come noi la viviamo.
Giampiero Scarpino