A una settimana dall'arrivo del Papa in Calabria fervono i preparativi per la visita di Benedetto XVI a Lamezia Terme, dove il pontefice celebrera' la messa e l'Angelus. I lavori nell'ex area Sir, che hanno tenuto impegnato il Comune per un mese e mezzo, sono conclusi. Si prevede l'arrivo di oltre mille autobus e di centinaia di migliaia di fedeli da tutto il Sud Italia per salutare Ratzinger. Sono trascorsi 27 anni da quando un altro Papa si spinse alla punta estrema dello Stivale. Nel 1984 era stato Giovanni Paolo II a dedicare alla Calabria uno dei suoi tanti viaggi.
''Da un anno, non appena ci e' giunta la notizia della visita, tutte le forze del territorio lametino si sono attivate'', dice all'Adnkronos il vescovo di Lamezia, mons. Luigi Cantafora. ''Devo dire - aggiunge - che anche l'intera Calabria ha risposto con entusiasmo crescente. Questo ci conforta. E' un'occasione che ci affratella, che ci unisce nella fede. La visita del Santo Padre e' un grande incoraggiamento a proseguire nella via dell'evangelizzazione. Siamo convinti, come ci ha detto lo stesso Benedetto XVI, che solo il vangelo 'performa' la vita. Abbiamo bisogno dunque di figure autorevoli che ci testimonino il Vangelo, che ce lo trasmettano con l'insegnamento e con l'esempio''. Secondo il vescovo di Lamezia, ''il gesto della visita del Santo Padre e' eloquente. Viene a visitare la nostra poverta', viene a benedirci, viene per incoraggiarci e confermarci''.
Un messaggio importante dalla visita del Papa in Calabria, secondo il vescovo di Lamezia mons. Luigi Cantafora, arrivera' anche alla societa' civile. ''Ne trarra' beneficio -afferma- e sara' invitata a vivere con responsabilita' il proprio mandato''. Il presule non ha dubbi sull'accoglienza che i fedeli riserveranno a Benedetto XVI. ''La gente di Calabria - aggiunge - e' particolarmente accogliente per sua natura. In molti desiderano esprimere la gratitudine al Papa con segni e doni artigianali e manufatti. Questa manifestazione di affetto, anche nei confronti di Benedetto XVI, non e' nuova per la gente di Calabria che e' abituata a vedere nell'ospite, e quindi quanto piu' nel nostro Papa, il Signore che passa''. Dopo la santa messa e l'angelus, Benedetto XVI pranzera' con i vescovi nell'episcopio di Lamezia Terme.
PRANZO CON PRODOTTI REGIONALI IN PIATTI DECORATI ARTIGIANALI - Il menu sara' leggero e proporra' pietanze preparate con prodotti tipici calabresi. Originali i piatti su cui verranno servite, realizzati dall'ingegnere Rocco Purri. I disegni e i colori richiamano i reperti di scavo ritrovati nel sito archeologico dell'Abbazia benedettina di Sant'Eufemia. I motivi decorativi hanno preso spunto anche dal Castello normanno-svevo di San Teodoro. Saranno deschi unici di stampo medievale e si rifanno alle ceramiche del XIV e XV secolo. Sul retro sono stati impressi i sigilli papali di Benedetto XVI e di Callisto II, unico papa della storia che nel 1121 fece visita a Nicastro (ampia zona di Lamezia Terme). Alle ricerche e alla realizzazione hanno contribuito l'associazione archeologica lametina, la Soprintendenza archeologica della Calabria, il dipartimento di fisica dell'Unical di Cosenza, l'associazione Paideja e il mastro d'arte Antonio Saladino. Il risultato confluira' in un volume dal titolo ''I colori del castello e dell'abbazia'' che sara' presentato a dicembre. Le stoviglie in cui pranzera' Benedetto XVI saranno esposte nel museo diocesano, altre stoviglie verranno messe in vendita e il ricavato sara' dato in beneficenza.
Subito dopo il pranzo, Benedetto XVI riposera' e poi si spostera' in elicottero a Serra San Bruno, nella Certosa fondata dal suo conterraneo divenuto santo. Anche Giovanni Paolo II volle fermarsi in quel luogo sacro 27 anni fa. Il pontefice terra' una visita privata e preghera' insieme ai frati. Nei giorni scorsi, tra gli appuntamenti preparatori alla visita del Papa in Calabria, la diocesi lametina ha promosso un incontro con padre Elia Cattelani che ha portato alcune riflessioni sulla vita monastica e raccontato la giornata tipo nella certosa, dove vivono 14 religiosi di nazionalita' ed eta' diversa. ''La fonte primaria della fondazione monastica - ha affermato padre Cattelani - e' la famiglia cristiana. Oggi le nostre case somigliano ad alberghi, dove le persone alloggiano senza vivere insieme''. Il certosino ha poi spiegato che ''la vita monastica e' ascesi, cura e attenzione per il trascendente che nella vita quotidiana viene negato o dimenticato. L'ascesi e' sforzo, fatica, sudore. Il difetto dei nostri giorni e' che seguiamo i nostri istinti''.