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La parola del Vescovo

Il Vescovo benedice i feretri degli operai morti a Lamezia

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Nella mattinata di martedì 17 settembre, Sua Eccellenza Monsignor Luigi Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme, si è recato presso la Funeral Home di via B. Umile da Bisignano, dove è stata allestita la Camera Ardente delle tre giovani vittime dell'incidente del 12 settembre. I tre feretri visitati dalla gente di Lamezia Terme, hanno ricevuto la benedizione prima di ritornare nelle loro terre di origini per le esequie.

Prima della benedizione, Monsignor Cantafora ha pronunciato queste parole.

"Carissimi, vorrei invitarvi a pregare di fronte a questo evento drammatico che ci sta davanti: tre bare racchiudono i corpi straziati di questi operai che nel loro lavoro hanno trovato la morte. Ci circonda, forse anche solo spiritualmente il dolore assurdo dei genitori, dei loro amori, dei parenti, dei colleghi di lavoro, insieme allo sbigottimento generale di tutta la città. Questo è un dramma che riguarda tutti. Non ci sono parole per questo modo inconcepibile di morire. è accaduto ciò che non deve mai accadere sul posto di lavoro, dove le persone si recano per guadagnarsi il pane con sudore e fatica. Negligenza? Mancanza di sicurezza? Non tocca a me rispondere, ma alla Magistratura e a quanti hanno le specifiche responsabilità previste dalle leggi. Io mi sento di dire, che: "La salute non può essere un prodotto da vendere in cambio di un posto di lavoro. Nessuno può cadere nel peccato di non occuparsi a sufficienza della salute dei lavoratori" (Osservatore Romano, 17.12.2007). La nostra costituzione è fondata sul lavoro, ma come darle ragione in giornate come queste? La ricerca della verità sull’accaduto andrà avanti, noi confidiamo nella Magistratura di questa città. A noi ora qui è chiesto un compito: sentire come “nostro” il dolore dei familiari e offrire loro la nostra vicinanza e preghiera. Contempliamo il mistero della Pietà. Cristo è entrato nella morte e l'ha sconfitta per sempre. Allora vera è la parola di San Paolo, "Se con lui viviamo, con lui risorgeremo", perché la nostra speranza è che si compia in noi la Pasqua del Signore Gesù, in cui troviamo la speranza e la forza di andare avanti".