Un applauso liberatorio ha accolto alle otto di sera di sabato scorso la lettura del verbale di esame da parte del responsabile di sede e direttore del corso Salvatore Sorrenti, con la quale si comunicava l'esito positivo delle prove sostenute e, quindi, l'ammissione al gruppo dei nuovi soci.
Un applauso che, in una sala riunioni gremita di emozionati ed ansiosi aspiranti volontari CRI, ha rotto quell'atmosfera di ansia, apprensione, paura di non farcela, che, dalle prime ore del pomeriggio, aveva fatto battere tanto velocemente i loro cuori da spingere qualcuno a tenere pronto il defibrillatore nel caso in cui qualcuno di loro si fosse spinto oltre il dovuto!
Un applauso che ha accolto nella famiglia CRI un nutrito gruppo di nuovi volontari; un applauso di incoraggiamento per l'impegno, per il lavoro e la passione che essi dovranno mettere nello svolgimento delle attività che andranno a svolgere insieme ai “vecchi” del gruppo.
C'è sempre più bisogno di gente che dedichi parte del proprio tempo e delle proprie energie agli altri, a chi soffre, a chi si trova in posizioni svantaggiate . Perciò, in un'epoca nella quale gli egoismi crescono e gli individualismi costituiscono le regole morali che sembrano guidare tanta parte della nostra società ed anche l'impegno pubblico viene utilizzato, a volte, come passerella per mettersi in evidenza, è stato davvero bello vedere persone di età, cultura, attività ed interessi diversi seguire un corso con assiduità e passione per prepararsi ad essere volontari: volontari della CRI: un'organizzazione di respiro internazionale che, con la strategia 2020, è sempre impegnata a mettersi a disposizione di chi si trova in situazioni di disagio o necessità.
Nel porgere loro il benvenuto esprimiamo l'augurio di trovare in sé stessi la serietà e la responsabilità nell'impegno che ci aspetta tutti, utilizzando i versi di B. Brecht, gli stessi che abbiamo proposto ad inizio corso e che offriamo alla riflessione di tutti e di ognuno, specie a quella di coloro i quali si arrogano il diritto di lamentarsi, di criticare gratuitamente l’operato altrui, l’eventuale scarsa attività, senza passare in rassegna la propria vita, i propri atteggiamenti, dunque il proprio impegno, concreto e senza indugi. Le parole non bastano, occorrono i fatti. E i fatti si possono e si devono compiere.
“Ci impegniamo, noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto, né che sta in basso, né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo: senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di "potere" e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi. Ci impegniamo: per trovare un senso alla vita, a questa vita una ragione che non sia una delle tante ragioni che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore. Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.” ( Bertolt Brecht .)