·

Vita diocesana

Lamezia partecipa a "Educare alla cittadinanza responsabile"

Sabatino Savaglio · 11 anni fa

Venerdì 5 aprile l’Ufficio per i Problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Lamezia Terme, ha partecipato, con una sua rappresentanza, a Roma, presso la Domus Mariae - Palazzo Carpegna, al Convegno nazionale sulla formazione socio – politica dal titolo “Educare alla cittadinanza responsabile 2”.

Il convegno, giunto al secondo anno e in continuità con il precedente, realizzato nel mese di marzo del 2012, ha avuto l’intento di approfondire l’impegno educativo alla cittadinanza ma anche di voler raccordare tra loro esperienze diocesane di formazione cristiana all’impegno socio – politico, il tutto rafforzato dalla messa in rete di uno strumento informativo on line che colleghi, attraverso internet, le varie esperienze presenti sul territorio italiano.

L’incontro si è aperto con la preghiera guidata da S.E. Mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, il quale, nel suo breve intervento, ha sottolineato come la presenza di molti Direttori diocesani, di responsabili e di formatori degli Enti diocesani di formazione socio-politica in tale convegno, sia dovuta al fatto che in essi c’è il Signore e che anche se il lavoro che si sta facendo in questo ambito può risultare spesso “infruttuoso” in realtà tale compito è mosso dalla parola del Vangelo: “Gettate le reti e troverete”. Quindi ha esortato tutti a perseverare e a portare avanti questo impegno perché l’azione pastorale rimane incompiuta se non si è capaci di intrecciare ad essa la questione sociale e politica.

Si sono, poi, succeduti nel prendere la parola Don Paolo Asolan, professore di Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e il Prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica all’Università di Roma - Tor Vergata.

Con il primo ci si è chiesti perché una Chiesa si impegna nella formazione socio- politica: l’Annuncio Evangelico. Don Paolo ha subito centrato la tematica, spiegando che la fede consiste nella pratica di qualcosa e che il nesso tra temi sociali e fede cristiana è un argomento solitamente trascurato dalla pastorale, dalla riflessione e dalla vita ordinaria dei cristiani. Ha incentrato poi, l’impegno dei partecipanti sul tema della “Custodia”, riprendendo una parte dell’omelia tenuta il 19 marzo scorso, durante la Santa Messa per l’inizio del suo ministero petrino, da Papa Francesco: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo”. Lo sviluppo e l’interesse per la Dottrina Sociale della Chiesa e per la Pastorale sociale, ha detto Don Paolo, affonda le sue radici proprio in tale vocazione la Custodia, così come la mancanza, da parte del cristiano, di cura del Creato può diventare limitante se non pericolosa. La Nuova evangelizzazione vuole che questa fede cristiana diventi socialmente efficace, per questo sono decisive due implicazioni: una necessaria condizione perché si dia efficacia sociale alla fede e l’attivazione di reti di relazioni “comunitarie” entro le quali avviene l’effettiva evangelizzazione della società.

Nel secondo intervento il Prof. Belletti ha dato una proposta di metodo per le scuole di formazione politica, definendo quattro momenti fondamentali che si rifanno sia all’approccio metodologico scientifico che religioso/spirituale. Essi sono:

? Analisi e lettura del contesto e dei suoi elementi critici attraverso la Dottrina Sociale della Chiesa.

? Identificazione delle cause

? Ipotesi di soluzione da parte degli esperti

? Laboratorio per la ricerca di soluzioni adatte al contesto.

Soprattutto gli ultimi due punti, secondo Belletti, devono essere utili per risolvere i problemi e vedere quindi cosa realmente fare perché, attraverso i laboratori, in particolare, si possa rendere le persone attive e protagoniste.

La globalizzazione oggi ci porta a lavorare sugli ultimi, questa è diventata ormai un’esigenza. Non bisogna quindi ridursi alla sola dimensione economica, perché questo diventa dannoso per l’uomo, ma per contrastare “l’avvizzimento” del capitale sociale è necessario lavorare sui temi della Dottrina Sociale della Chiesa e della Caritas in Veritate. Tre sono quindi, le cose su cui insistere: Dono, Gratuità e Fraternità, se mancano questi tre elementi tutto si riduce a perdita di fiducia sia verso gli Stati che verso le Persone. Bisogna lavorare e ripartire dal basso per costruire imprese che si facciano carico non più solo dei problemi dell’azionista ma del lavoratore, della comunità locale, dei clienti.

Belletti ha proseguito poi dando diversi spunti di soluzioni: innanzitutto definire ciò che ha valore e ridefinire ciò che è “ricchezza delle Nazioni”; capire cosa chiedere agli amministratori, perché il voto non ha solo carattere politico ma anche economico; Guardare alle migliori pratiche già esistenti (porta infatti ad esempio il lavoro fatto dall’ISTAT sul benessere equo e sostenibile e la mappa del Bene Comune realizzata da Retinopera); Identificare vie di partecipazione economica e politica attraverso i quali i cittadini possano compartecipare attivamente al cambiamento verso il Bene comune; identificare le migliori pratiche organizzative e le soluzioni politico-amministrative esistenti perché il modello di oggi è la Sussidiarietà, quindi dobbiamo diventare “Economia civile”; Capire infine, che Europa vogliamo.

Il Prof. Belletti ha specificato, poi, come devono essere realizzati i laboratori. Questi possono essere: di buone pratiche; di azione civile; di politiche sociali quali risultano essere già la Fondazione Opera Immacolata Concezione – OIC di Padova, Banca Etica, i Gruppi di Acquisto Solidale - GAS, Welfare Italia e molti altri.

Ha infine, concluso con due pensieri: Incarnazione è rendere possibile gli ossimori cioè accostare sostantivi ed aggettivi che sembrano cozzare gli uni con gli altri, quindi ciò significa non proclamare dei lavori ma incarnarli nella realtà e, per ultimo, citando l’Enciclica “Populorum Progressio” l’invito ad essere operatori competenti e testimoni credibili creando un ponte tra competenza e testimonianza, solo unendo queste due sponde si può cambiare.

Il Convegno è poi proseguito durante la serata di venerdì con i lavori di gruppo sulla proposta di metodo, mentre nella mattinata del sabato sono stati presentate le conclusioni di tali gruppi e in modo particolare è stato illustrato, ai partecipanti, lo spazio web attivato per raccordare tutte le esperienze italiane di formazione socio - politica.