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Vita diocesana

SDS Marcellinara: Evangelo vissuto

Paolo Emanuele · 12 anni fa

L’incontro sulla Dottrina Sociale della Chiesa avvenuto presso la sala della Cultura Giovanni Paolo II in Marcellinara, il 15 marzo, ha permesso a una piccola comunità, di condividere il clima di gioia che in questi giorni inonda il cuore di tutta la Chiesa per l’elezione di Papa Francesco, il nuovo pontefice che da subito ha esortato il popolo di Dio a camminare insieme al suo Vescovo nella fratellanza, nell’amore, nella fiducia, per annunciare il Vangelo ed edificare la salvezza della città umana da testimoni di Cristo. La storia è chiamata così a divenire campo di battaglia della fede, luogo in cui, senza sconti, afferma S.E. Mons. Luigi Cantafora, la Parola che nutre lo spirito, fonda e alimenta il fare, l’operare per far brillare la luce della Verità nella Carità.

L’intervento di Sr. Manuela Ciccomartino, incentrato sul tema I Principi della Dottrina Sociale della Chiesa: la necessità di un pensiero diverso, prende l’avvio da questa premessa per presentare la DSC quale sforzo di dare senso alla vita sociale con l’apertura alla conversione e secondo le modalità del servizio in un mondo che appartiene Dio e in cui ognuno ha la sua parte (l’episodio del Primo Libro dei Re 21,2-3 conferma la volontà strenua di Nabot a non cedere al re Acab la vigna ricevuta dai padri in eredità).

Il servizio è riconoscere, affermare e difendere la dignità in ogni sfera della dimensione umana. Il singolo, la famiglia, il lavoro, la politica, sono sedi manifestative dell’amore divino e della sacralità dell’essere a prescindere dal livello culturale, economico, sociale. La comunione, la condivisione, la partecipazione, che tanto richiamano al vivere delle prime comunità cristiane, stabiliscono il piano esistenziale cristiano destinato alla prova della comune quanto straordinaria quotidianità. La Caritas in Veritate al n. 5 afferma infatti che senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c’è coscienza e responsabilità sociale, e l’agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere con effetti disgregatori sulla società.

L’agire cristiano diventa quindi testimonianza della fede per la salvezza dell’uomo affidata da Cristo alla Chiesa. Ecco perché la DSC, elaborata e diffusa dalla Chiesa, è l’amalgama di Rivelazione, Tradizione, Magistero e Natura umana e nel suo sforzo formulativo, interpretativo e orientativo ha sempre ricercato l’intelligenza della fede e il suo rapporto con la storia come ambito in cui l’uomo realizza l’essere persona, sede di relazione e tensione al vero e al bene come singolo e come comunità.

Questi gli elementi che trovano posto nello sviluppo della DSC, per coniugare il pensiero argomentativo con la vita, a partire dall’Antico Testamento (I Re 21, 2-3) al Nuovo Testamento con le indicazioni dottrinali, spirituali e pratiche delle Beatitudini nel discorso della montagna (Mt. 5,1-11), dai Padri al Medio Evo e ripresi, dopo la frattura tra essi creata dall’Illuminismo e dall’industrializzazione, dalla Rerum Novarum di Leone XIII (1891) che parla di questione operaia, di giustizia distributiva, di equa ripartizione dei beni. Da questa enciclica in poi i papi dicono parole decisive sulla questione sociale per cui nella Quadrigesimo anno Pio XI., in pieno tempo di crisi economica (1931), condanna sia il collettivismo che l’individualismo come estremismi che mortificano la persona e parla della funzione sociale della proprietà privata che non è possesso ma condivisione. Pio XII nel Radiomessaggio di Pentecoste (1941) rivendica alla Chiesa il diritto e il dovere di intervenire in ambito sociale. E’Giovanni XXIII con la Mater et Magistra (1961) ad entrare nel vivo dei problemi con linguaggio diretto, ad affrontare il rapporto tra comunità ricche e comunità povere (appaiono i termini 3° e 4° mondo), a denunciare squilibri. E ancora con la Pacem in Terris (1963) è il Papa Buono ad affermare che la pace, ambito e diritto di ogni persona, deve essere garantita da chi gestisce i rapporti tra paesi. Ogni potere politico deve essere ordinato al bene comune. La costituzione conciliare Gaudium et Spes (1965) in un contesto profetico rapporta la Chiesa al mondo contemporaneo quale attenzione ai segni dei tempi. Paolo VI nella Populorum Progressio (1967) sottolinea la necessità di uno sviluppo solidale e integrale del mondo, mentre nella Octogesima Adveniens (1971) denuncia l’insorgere delle nuove povertà prodotte dall’urbanesimo. Giovanni Paolo II con la Laborem exrcens interviene a favore del soggetto del lavoro e non della produttività in quanto il lavoro è fatica ma è compartecipazione alla speranza che salva il mondo, che forgia la storia (temi ancora più profondamente affrontati dallo stesso Giovanni Paolo nella Sollecitudo Rei Socialis del 1987 e nella Centesimu Annus del 1991, laddove parla di promuovere uno sviluppo integrale adeguato alla dignità della persona). Infine Benedetto XVI nella Caritas in Veritate (2009) insiste sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità, per cui diventa fondamentale, in ambito sociale, coniugare carità e verità a favore dell’uomo.

La cura della Chiesa per il suo popolo ha fatto sì, quindi, conclude Sr. Manuela, che i principi fissati dalla sua Dottrina sociale quali la sussidiarietà (le istanze sociali superiori devono aiutare i singoli individui, le famiglie e corpi intermedi a sviluppare e realizzare i loro compiti poiché ognuno è responsabile della costruzione della società), la solidarietà (l’uguaglianza di tutti in dignità e diritti unisce gli uomini e i popoli in un cammino comune di interdipendenza verso l’unità nel superamento di ogni individualismo), il bene comune (il bene di tutti e di ciascuno che in quanto tale è comune perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo, custodirlo), la proprietà privata (quale condivisione del bene) diventino evangelo vissuto: annuncio, accoglienza e difesa della dignità umana nella costruzione della città degli uomini con Dio. La Parola è fermento della storia e luce per il consorzio delle attività umane