A distanza di alcuni anni dalla pubblicazione della silloge di poesie « Il canto e delle sirene», Lina Latelli Nucifero, autrice anche di numerose opere a carattere scolastico e corale, ritorna sulla scena del panorama letterario con una nuova raccolta di poesie «Ali riflesse nel sole» (Falco Editore, Cosenza, Febbraio 2011).
S’intrecciano in quest’ultima opera poetica motivi e momenti ricorrenti ad una ricerca interiore dell’identità e dell’essere inappagata, ad una presa di coscienza della solitudine umana, all’inspiegabile presenza del dolore nell’esistenza (l’immatura perdita della figlia Alida), ad un cristallino lirismo della natura e ad una francescana contemplazione di Dio attraverso il Creato. Tra i numerosi versi, scanditi da una musicalità costellata di incanti, ombre e luci, sogni, deserti, silenzi, aleggia una visione filosofica delle esistenza che crea inquietudini psicologiche e spirituali nell’anima turbata della poetessa ma assetata di verità, di certezza, di riscatto dallo smarrimento, dalla solitudine, dall’emarginazione. Accade quindi che ciascun testo riveli un segno, un eco cui riferire momenti e atteggiamenti, problemi e speranze del quotidiano attraverso un genere di scrittura non descrittiva, né tantomeno enfatica, ma piuttosto orientata verso la rappresentazione simbolica della realtà interiorizzata e verso una dimensione trascendentale. Nascono allora versi ( Preghiera) che chiedono a Dio mattini più luminosi, aurore foriere di ‘ buone novelle’, cuori pieni di misericordia, il superamento di « paludi melmose» per raggiungere « l’altezza dei Cieli» oppure versi che evocano non solo gli accadimenti personali ma anche tutto ciò che la circonda, specialmente quei fatti che emozionano, scuotono la collettività (il terremoto in Abruzzo, la guerra, la riflessione storica sull’emigrazione). «Il tono, però, è sempre epico, - scrive il critico Tommaso Cozzitorto nella Prefazione - di respiro ampio con punti di riferimento a carattere mitologico, dove la parola diventa immagine nella mente del lettore: una firma che trapassa il cuore e non c’è altro modo per interagire, è sempre quello in bilico tra mondo sensibile e mondo metafisico. A volte la poetessa tenta di chiarire a se stessa il districarsi tortuoso della vita, e chiedersi il “perché” a lei, per poi rendersi conto, che i “perché” non sono causali soggettive ma inspiegabili interrogativi dolorosi, che eppure affratellano gli esseri umani; sembra un paradosso tragico, che Leopardi aveva ben individuato, un legame delicato, in quanto il filo conduttore di tutto questo è composto di sensazioni - emozioni». E davvero gli svariati « Obliqui fasci di luce» segnano una traccia di inconfondibile valenza emotiva nella scrittura di Lina Latelli Nucifero dove i risvolti, purtroppo dolorosi degli eventi personali, sono accomunati da una forma di verità dello spirito di rara luminosità interiore ( la bellezza delle poesie «Petali bianchi di rose», «E tremano le lacrime», «La bambola», «Ali riflesse nel sole» ne sono qui testimonianza esemplare), tanto che poesie come « Iraq» o «Gli emigranti» o «Ritorna Caino» non descrivono soltanto situazioni epocali, ma incidono fortemente nella sensibilità etica del lettore. Mai un grido lacerante adombra la poesia che sa ricomporre ed armonizzare le diverse tonalità della vita, essendo concepita come ricerca melodica e costruita sulla disposizione accurata delle parole ricche di musicalità e sinestesie inattese tra suoni, colori e profumi soffusi di grazia « …Ho intessuto di fili d’argento // il mio nido di pace» ( Il mio nido di pace).
Don Pino Latelli