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Attualità

Vescovo Schillaci agli studenti del Campanella: “impariamo ad essere artigiani di pace”

S.D. · 3 anni fa

Iniziativa promossa al liceo statale "Tommaso Campanella".

“La sacralità dell'uomo è nella sua unicità: in quello che ciascuno di voi è, non in quello che ciascuno di voi ha”. Così il vescovo di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci, che questa mattina ha incontrato gli studenti di alcune classi del liceo statale “Tommaso Campanella” di Lamezia Terme nell'ambito di un'iniziativa promossa dal dipartimento di religione dell'istituto, nel contesto del cammino sinodale.
“Il cammino sinodale che abbiamo intrapreso come Chiesa diocesana – ha proseguito Schillaci – è un invito a imparare ad ascoltare l'altro, a dare la parola agli altri. Ascoltare non è semplice. Richiede di accostarsi all'altro “in punta di piedi e su ali di farfalle”, richiede di imparare a conoscere l'altro fino ad entrare in empatia con lui. Come Mosé di fronte al roveto ardente si toglie i calzari perché si trovava su un luogo sacro, così anche noi quando ci avviciniamo all'altro. Un atteggiamento che è l'esatto contrario della guerra: la guerra è distruzione, annientamento dell'altro; la pace è promozione dell'umano, sviluppo, creatività. Tutto ciò che apprendiamo nel nostro percorso scolastico, serve ad acquisire questo modalità di accostarsi all'altro, anche a chi la pensa diversamente da noi. Impariamo ad essere artigiani di pace, in questo nostro tempo”.
Il vescovo di Lamezia si è soffermato sul momento storico che l'umanità sta vivendo, nel quale “è importante che nella scuola ci si interroghi su ciò che stiamo vivendo, per cercare di comprendere. Non richiudiamoci in noi stessi, ma proviamo ad alzare lo sguardo e a guardare con uno sguardo ampio a questo nostro tempo. Mai avremmo immaginato di rivivere nel 2022, nel cuore dell'Europa, una guerra che è un conflitto fratricida, un conflitto tra fratelli. Tutti i Pontefici del ‘900 hanno condannato apertamente la guerra con tutte le conseguenze disastrose che porta con sé. La guerra dovrebbe essere bandita completamente dalle forme di risoluzione dei conflitti tra i popoli”.
E infine si è soffermato sull'accoglienza verso i profughi ucraini che stanno fuggendo dalla guerra, rispetto ai quali la Chiesa lametina già si è mossa attraverso il lavoro tempestivo e capillare della Caritas diocesana e delle parrocchie. “Negli occhi delle mamme ucraine e dei loro bambini – ha detto il vescovo agli studenti – ho visto l'orrore che tutta quella nazione sta vivendo in questo momento. Siamo chiamati ad aprire le porte dell'accoglienza, le porte del nostro cuore. Nell'altro siamo chiamati a scorgere la ricchezza, non a vederlo come una minaccia o un nemico. Siamo chiamati tutti a costruire un'umanità fraterna e accogliente”.
Tante le domande poste al vescovo dagli studenti, che hanno toccato temi importanti quali il rapporto non sempre semplice tra i giovani e la Chiesa. Il vescovo ha risposto invitando i ragazzi “a vivere la Chiesa come una comunità alla quale ciascuno di noi appartiene in virtù del Battesimo. La Chiesa siamo tutti noi”.
Ad accogliere il vescovo, insieme ai docenti di religione Lucia Paola, Rosa Palazzo, Vincenzina Mamertino e don Antonio Astorino, la dirigente Susanna Mustari che ha evidenziato “il percorso che, già dall'inizio dell'anno scolastico, il dipartimento di religione sta portando avanti sull'ascolto dei nostri ragazzi, grazie in particolare alla disponibilità di don Antonio Astorino. In queste settimane, anche con il supporto di docenti universitari, stiamo cercando di capire le dinamiche geopolitiche che stanno dietro un conflitto che mai avremmo immaginato di vivere nel 2022. I nostri ragazzi, in occasione della Giornata dei Giusti, hanno voluto organizzare una giornata per la pace ribadendo, come scritto nella nostra Costituzione, che l'Italia ripudia ogni forma di guerra. Davvero straordinario il moto di solidarietà dei nostri studenti, che hanno aperto mani e cuore donando un piccolo contributo che consegneremo alla Caritas Diocesana, finalizzato ad aiutare l'accoglienza dei profughi ucraini. A nome della scuola, ringrazio il vescovo Schillaci che ci ha fatto riflettere su quella che è la radice di ogni guerra: l'incapacità di rinunciare a una parte del nostro egoismo per il bene comune. Da qui il dovere, come scuola, di formare i nostri ragazzi all'ascolto dell'altro, al dialogo e al rispetto, a cominciare nella vita di tutti i giorni”. A dare inizio alla mattinata, un momento musicale a cura dei docenti Daniele Augruso e Giovanna Massara