L'opera realizzata dall'artista Maurizio Carnevali per la nuova mensa della Caritas ci proietta in un'atmosfera surreale dove passato e presente si fondono nel Cristo che spezzava e continua a spezzare il pane
L'opera è stata realizzata utilizzando della creta, quella creta che mi rimanda alla terra, alla creazione dell'uomo, simbolo della profonda unione tra terra e uomo (vedi “Laudato si”).
Questa terra, da cui è stato creato l'uomo, mi ricorda anche che alla “Creazione” deve seguire la “Ri-creazione”, la redenzione che si attua accogliendo l'Amore e donando amore.
Il dipinto ci proietta in un'atmosfera surreale, al di là del tempo e della storia, dove passato e presente si fondono nel Cristo che spezzava e continua a spezzare il pane, un gesto che unisce passato e presente di una città: il pane donato, diventa dono.
Il bastione di Malta, la Cattedrale e San Francesco da Paola sono il simbolo delle tre città che poi hanno dato origine a Lamezia Terme.
Sul lato destro la figura di un sacerdote che invita ad osservare la scena, al suo fianco una figura dal volto cupo sembra invitare a disinteressarsi, a vivere senza preoccuparsi, mentre la terza figura appare rapita dalla scena.
Sul lato sinistro una coppia sembra interpellarci e chiederci: “Che cosa fai per loro?”
Tra la folla figure con abiti del passato e del presente, santi di ieri e di oggi che continuano a spezzare il pane divenendo così immagine di quel Cristo che continua a spezzare il pane attraverso i suoi discepoli.
In mezzo alla folla un monaco che distribuisce il pane ai presenti mentre un altro monaco spezza il pane della Parola, entrambi ci ricordano che: “non di solo pane vive l'uomo.
Tra la folla scorgiamo anche le figure di tre vescovi che rappresentano tutti i vescovi, della nostra diocesi, che si sono spesi per assistere i più poveri.
Le due madri che si prendono cura dei loro figli e l'anziano che si prende cura di un cane ci ricordano che la pietà, il prendersi cura, è rivolto a tutta la creazione (Custodi del mondo).
Da una nave in mezzo al mare, un fiume di persone sbarca sulla spiaggia, anche questa scena, che fa parte non solo del presente, invita a rileggere la nostra storia: greci, monaci basiliani, albanesi e tante altre etnie che nel corso dei secoli sono venuti a farsi calabresi.
Gli unici colori presenti sono il verde della terra, il blu dell'acqua ed il celeste del cielo, dell'aria.
Sono i colori degli elementi naturali, sembra mancare il quarto, il fuoco, tuttavia esso è simboleggiato dalla carità che anima e sostiene la scena.