Videomessaggio di Papa Francesco in occasione della VIII Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone,
“La tratta di persone è violenza! La violenza sofferta da ogni donna e da ogni bambina è una ferita aperta nel corpo di Cristo, nel corpo dell'umanità intera, è una ferita profonda che riguarda anche ognuno di noi. Sono tante le donne che hanno il coraggio di ribellarsi alla violenza”. Lo ribadisce il Papa, nel videomessaggio agli organizzatori della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, promossa dall'Unione internazionale delle superiore generali e dall'Unione dei superiori generali, riportato da Agensir. “Anche noi uomini siamo chiamati a farlo, a dire no ad ogni violenza, inclusa quella contro le donne e le bambine”, l'appello di Francesco: “E insieme possiamo e dobbiamo lottare perché i diritti umani siano declinati in forma specifica, nel rispetto delle diversità e nel riconoscimento della dignità di ogni persona, avendo a cuore in modo particolare chi è leso nei suoi diritti fondamentali”. L'esempio citato è quello di Santa Bakhita, la vita “racconta che il cambiamento è possibile quando ci si lascia trasformare dalla cura che Dio ha per ciascuno di noi. È la cura della misericordia, è la cura dell'amore che ci cambia nel profondo e ci rende capaci di accogliere gli altri come fratelli e sorelle”. “Riconoscere la dignità di ogni persona è il primo atto di cura”, osserva il Papa, secondo il quale “il prendersi cura fa bene a tutti, a chi dà e a chi riceve, perché non è un'azione unidirezionale ma genera reciprocità”. “Incoraggio ogni donna e ogni ragazza che si impegna per la trasformazione e la cura, nella scuola, in famiglia, nella società”, l'invito finale: “E incoraggio ogni uomo e ogni ragazzo a non rimanere fuori da questo processo di trasformazione, ricordando l'esempio del Buon Samaritano: un uomo che non si vergogna di chinarsi sul fratello e di prendersi cura di lui”. “Doppiamente povere - prosegue Papa Francesco - sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti”. Di qui la necessità di “considerare la condizione delle donne e delle bambine, sottoposte a molteplici forme di sfruttamento, anche attraverso matrimoni forzati, schiavitù domestica e lavorativa”. Per Francesco, “migliaia di donne e bambine che ogni anno vengono trafficate denunciano le drammatiche conseguenze di modelli relazionali fondati sulla discriminazione e la sottomissione”. “La tratta di persone, attraverso lo sfruttamento domestico e quello sessuale, riconsegna con violenza le donne e le bambine al loro supposto ruolo di subordinate alla prestazione di servizi domestici e di servizi sessuali, alla loro figura di erogatrici di cura e dispensatrici di piacere, che ripropone uno schema di rapporti improntati al potere del genere maschile su quello femminile”, denuncia il Papa: “Ancora oggi, e ad alto livello”.
(Agensir)