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Riapertura al culto chiesa Santa Maria Immacolata di Quinzi

Don Antonio Fiozzo · 3 anni fa

Lo scorso 8 dicembre, dopo essere entrati in pieno clima natalizio con il tempo liturgico dell'Avvento, Papa Francesco, con la Lettera apostolica “Patris corde - Con cuore di Padre”, ha avviato l'anno giubilare di San Giuseppe per ricordarne il 150° Anniversario della dichiarazione a Patrono della Chiesa Universale. Un giubileo che si chiuderà così come era iniziato nella stessa Solennità dell'Immacolata, mediante cui la Chiesa - ogni anno - non solo invita a riflettere sul mistero profondo di Maria, ma si prepara a celebrare anche il Santo Natale del Signore. Ma - come dice Papa Francesco - “nel mistero del Natale, accanto a Maria c'è la silenziosa presenza di san Giuseppe, come viene raffigurata in ogni presepe. L'esempio di Maria e di Giuseppe è per tutti noi un invito ad accogliere con totale apertura d'animo Gesù, che per amore si è fatto nostro fratello. Egli viene a portare al mondo il dono della pace.” (Discorso pronunciato dal Papa durante l'Angelus in Piazza San Pietro, 21/12/2014). L'anno “giubilare Giuseppino” non poteva avere giorno più solenne e significativo di questo per iniziare il suo tempo di grazia, come anche per chiudersi e, nello stesso tempo, aprirsi per accogliere l'autore della grazia e della salvezza: Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo nel grembo verginale di Maria Santissima.

Ed è in questo clima carico di grazia che i fedeli di Accaria – nonostante la pandemia in corso –inaugureranno la storica chiesa di S. Maria Immacolata di Quinzi. Finalmente, dopo l'inizio dei lavori, avvenuto lo scorso giugno, si riapre un luogo di culto il cui valore - oltre a essere storico e artistico - è soprattutto spirituale, in quanto specifica il luogo della celebrazione dei divini misteri salvifici e il cammino nel tempo di una comunità di fedeli che raggiunge - di tappa in tappa - nuovi traguardi, se pur temporali, sempre aperti e orientati all'ultima meta, quella ultraterrena che introduce nella casa del Padre.

L'apertura della chiesa avverrà il 15 novembre, al termine della celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal vescovo della Diocesi lametina, mons. Giuseppe Schillaci, alle ore 18.30, al Santuario Diocesano San Giovanni Paolo II di Cardolo.

L'intervento di ristrutturazione è stato eseguito dalla Ditta Corige srl di Lamezia, incaricata dall'ufficio tecnico diocesano, dopo essersi aggiudicata la gara di appalto, il cui bando contemplava la provenienza dei fondi per il 70% dell'importo totale dei lavori dalla Cei, precisamente dall'8X1000 alla Chiesa Cattolica, mentre il rimanente 30% è affidato alla generosità dei fedeli della comunità parrocchiale. La raccolta fondi dei fedeli della parrocchia - e di chi vive oltre i confini parrocchiali - è stata accompagnata dal simbolo della “clessidra”, il cui significato rimanda al senso del “tempo che passa”, da vivere amando e orientati verso il “per sempre”: “Fortificati dall'amore di Cristo Gesù l'impossibile diviene possibile; tutte le sfide della vita presente - come i grani del tempo che passa - divengono granelli e misura degli attimi che ci separano dall'eternità di luce e di pace!”.

Ai responsabili del Cpae e del Cpp è piaciuto denominare l'iniziativa con il seguente slogan:“… di eredità in eredità, dalle generazioni passate a quelle future. Le nostre Chiese patrimonio di fede e di identità umana”. E per una gestione oculata hanno anche creato una “memory card parrocchiale” che è stata consegnata - in forma gratuita - ai fedeli che hanno aderito a tale iniziativa di solidarietà, un modo nuovo, più trasparente possibile, per monitorare sia le entrate che le uscite parrocchiali, rendendole accessibili a tutti - a portata di click - su una bacheca virtuale, creata appositamente sul sito www.accariapostolica.it

Nella certezza che “è Dio che suscita nel cuore di chi è di buona volontà il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni”(cfr. Ef 2, 13-14), si riuscirà a portare a termine quest'altra nuova opera. Ma “ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia (2Cor 9, 7)”.