Incontro di aggiornamento a Lamezia per i docenti calabresi
Le sfide dell'educazione delle nuove generazioni in un contesto stravolto dall'emergenza sanitaria, con tutte le sue conseguenze sul piano della scuola e delle relazioni sociali. L'esigenza di ricercare linguaggi e modalità comunicative nuove per parlare ai giovani di oggi, suscitando quell'entusiasmo che la proposta cristiana autentica porta con sé. Di questi temi si è parlato a Lamezia Terme nelle tre giorni di aggiornamento per i docenti di religione cattolica calabresi, promossa dal servizio regionale per l'insegnamento della religione cattolica della Conferenza Episcopale Calabra, dal titolo “La comunicazione creativa e la sensibilità narrativa dell'insegnamento della religione cattolica”. Relatore del corso, Franco Nembrini, docente, scrittore e membro Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Il corso, diretto dal direttore del servizio regionale dell'insegnamento della religione cattolica don Emanuele Leuzzi, ha visto la partecipazione come docente anche di padre Massimo Granieri, con il coordinamento organizzativo di Gianfranco Fiorenza responsabile per l'insegnamento della religione cattolica per la diocesi lametina.
“L'emergenza Covid – ha dichiarato Nembrini a “Lamezia Nuova” – come tutte le emergenze e tutti i momenti di crisi ha esasperato una realtà con cui ci confrontiamo da anni: l'emergenza educativa delle nuove generazioni. Oggi siamo di fronte a un'emergenza dieci volte più chiara e più profonda che ci richiama ad una responsabilità dieci volte più chiara e più profonda. Sono profondamente attuali e riflettono bene la realtà di oggi le parole che, nei “Promessi Sposi”, padre Felice rivolge a coloro che si erano salvati dallo sterminio della peste. Perché Dio ha voluto salvarci? Per conservarsi un piccolo popolo “infervorato dalla gratitudine” e perché i padri, che oggi piangono i loro figli uccisi dal flagello della peste, facciano da “padri” ai tanti figli che hanno perso i loro genitori. Così è anche per noi educatori oggi: siamo chiamati ad essere “padri”, come risposta alla colpevole indifferenza della società e della politica rispetto all'emergenza educativa”.
Sul crescente numero di studenti nelle scuole che scelgono l'ora alternativa, rispetto all'insegnamento della religione cattolica, Nembrini coglie come “la religione cattolica oggi sia pregiudizialmente ed erroneamente considerata inutile alla vita” e lancia la sfida ai docenti di “ritornare a comunicare la fede ai ragazzi come una realtà che dà risposte alle esigenze della vita. La fede cristiana è pertinente con la vita, con la vita di ciascuno di noi. Riscopriamo questa possibilità”.
Nel contesto dei settecento anni dalla morte di Dante, Franco Nembrini, che ha girato l'Italia e il mondo scrivendo e parlando di Dante come “opportunità educativa” per il nostro tempo, definisce il messaggio di Dante come “la proposta più organica e completa che possiamo proporre alla società di oggi. Dobbiamo risentire tutti la sfida che Cristo ha portato nel cuore degli uomini: il male non ha l'ultima parola, la realtà è un bene da vivere, la proposta cristiana è gioia e pienezza per la vita dell'uomo”.