Riflessione sulla Solennità di tutti i Santi
Questo accomuna i credenti in Cristo: siamo dei “salvati” e riconosciamo in noi i tratti di coloro che sono usciti vittoriosi dalla «grande tribolazione» (I Lettura). Infatti, chi segue l'Agnello, il Cristo, è segnato con il sigillo di Dio che ristabilisce l'armonia dell'uomo con sé stesso, con il prossimo e con il creato! Solo
quanti si riconoscono «figli nel Figlio» scoprono il «grande amore del Padre» che traccia il cammino verso la perfezione (II Lettura). L'essere «figli nel Figlio» è la reale condizione dell'uomo,
è segno distintivo rispetto a chi rifiuta Dio e lo nega ostinatamente. La gioia di cui ci parla il Vangelo è antidoto per chi sperimenta «il peccato, la tristezza, il vuoto interiore e l'isolamento».
Le Beatitudini non sono una scappatoia illusoria per i poveri e per gli emarginati, ma il motore sociale, il fermento storico, il vero elemento di trasformazione nel bene. Gesù proclama beati quanti tendono al più prezioso dei doni: la grande ricompensa nei cieli. La santità è la vera forza rivoluzionaria perché, come
ci ricorda papa Francesco, la vera beatitudine è nel dono di sé. Questo è l'obiettivo irrinunciabile che fa l'uomo più uomo e le relazioni più umane. In Tutti i Santi oggi celebriamo coloro che sono la “risposta possibile” al pressante invito di Gesù: «Venite a me» (Canto al Vangelo).
(da "La Domenica" contributo di don Michele G. D'Agostino, ssp)