Il vescovo ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica al santuario mariano di Dipodi
Il vescovo di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica al santuario mariano di Dipodi alla vigilia della solennità dell'Assunzione al Cielo di Maria, momento culminante a cui la comunità, guidata dal rettore don Antonio Astorino, si è preparata con l'itinerario di preghiera della novena e dei quindici sabati.
Meditando sul mistero dell'Assunzione al Cielo della Vergine Maria, il vescovo Schillaci ha invitato “a volgere lo sguardo a Maria perché Dio stesso ha rivolto lo sguardo verso l'umiltà di questa donna, che si è lasciata guidare, modellare da Dio. Il mistero dell'Assunzione ci riporta alla Pasqua di Cristo, che ci fa credenti. Siamo chiamati a guardare alle cose di lassù impegnandoci quaggiù, su questa terra, per renderla sempre più accogliente, generosa, aperta, fraterna. Abbiamo visto proprio in questi giorni cosa può causare l'uomo quando non rispetta il Creato: la terra è una realtà che dobbiamo saper custodire, curare. Maria è immagine di una Chiesa che si fa discepola del Signore, che ascolta la Parola e la mette in pratica. Anche noi come Chiesa di Lamezia siamo chiamati ad essere una Chiesa che ascolta la Parola del Signore e la mette in pratica, ad essere segno di alleanza con Dio, ad essere una Chiesa capace di costruire fraternità ed essere artefice di un'umanità nuova”.
La celebrazione è stata animata dalla corale e dall'orchestra diocesana “Benedetto XVI” diretta dal maestro Sara Saladino.
Nel saluto finale, il rettore don Antonio Astorino ha posto l'accento sulla speranza, tema conduttore della novena e dei festeggiamenti, “la speranza alla quale siamo chiamati per uscire dalla situazione sofferenza determinata dalla pandemia e a ripartire insieme come comunità cristiana nel segno della carità”. Centinaia di pellegrini nelle prossime ore raggiungeranno il santuario diocesano da diversi Comuni dell'hinterland lametino per venerare la Madonna di Dipodi.