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Vita diocesana

La festa dei Santi Patroni per ripartire nel bene comune

S.D. · 3 anni fa

In Cattedrale le diverse categorie della comunità lametina

Ripartire all'insegna del bene comune, costruendo una comunità dove le diverse professionalità ed esperienze camminano le une accanto alle altre, mettendo in pratica il grande insegnamento scaturito dall'emergenza sanitaria: nessuno si salva da solo, ciascuno ha bisogno dell'altro.
E' stato questo il filo conduttore della novena dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città e della diocesi di Lamezia Terme, che ha visto radunati per nove sere in Cattedrale i rappresentanti di alcune categorie della comunità lametina: dal mondo della sanità al mondo dell'impresa e del commercio, dal giornalismo al volontariato, dalla politica allo sport. Un itinerario di preghiera che ha rappresentato un momento di ripartenza per tutta la comunità lametina, a partire dalla possibilità di ritrovarsi insieme nella Chiesa Madre, la Cattedrale. Non più attraverso uno schermo, come in tutti questi mesi, ma incontrando gli sguardi degli altri, pregando insieme, condividendo percorsi.
Agli operatori sanitari ha rivolto il pensiero don Carlo Cittadino, parroco della Cattedrale, che nella prima serata del novenario ha richiamato “il terribile periodo della pandemia, quando, come i discepoli nel mare in tempesta, nessuno di noi sapeva cosa fare, che direzione prendere. Il Signore non ci ha abbandonato e gli operatori sanitari sono stati vicini a quanti in questo tempo hanno perso la vita, anche nella nostra città, senza un saluto, senza un ultimo abbraccio ai loro cari”. Il ruolo della scuola come “agenzia di formazione umana” per i giovani è stato sottolineato dal vescovo emerito di Lamezia, monsignor Vincenzo Rimedio, che ha presieduto la celebrazione nella serata dedicata al mondo della scuola e della cultura, evidenziando come “missione della scuola sia quella di aiutare i ragazzi a porsi le domande di senso sulla vita, a costruire una formazione non meramente disciplinare ma anzitutto umana”. Di “tempo di rinascita” ha parlato don Fabio Stanizzo nella giornata dedicata al mondo dell'agricoltura e dell'artigianato, invitando a “uscire sempre più dall'io per trasformarci in un “noi”, in una comunità capace di sostenere gli altri, simile alla prima comunità cristiana tratteggiata negli Atti degli Apostoli”. Ripartire da una comunicazione “faccia a faccia”, fatta di relazione, autenticità, ricerca della verità, è stato l'invito di Andrea Latelli, nella giornata del novenario dedicata agli operatori della comunicazione e dell'informazione.
“Il cuore dell'uomo è giusto se si lascia trasformare da Cristo altrimenti saremo sempre convinti che le nostre ragioni valgono più di quelle degli altri”, ha detto il vicario vescovile don Pino Angotti nella serata con i rappresentanti delle forze dell'ordine che ha definito “donne e uomini che ogni giorno si sforzano di mettere in pratica la beatitudine di Gesù: beati gli operatori di giustizia, beati gli affamati di giustizia”. Ha richiamato la speranza come tratto distintivo del cristiano, don Giuseppe Critelli che ha presieduta la celebrazione nella serata dedicata alle realtà del commercio e dell'impresa, ricordando il momento particolarmente difficile attraversato dal tessuto imprenditoriale cittadino e dal mondo del lavoro nell'ultimo anno. “I volontari ci testimoniano che il senso della vita sta nel fare le cose per amore. Essi sono emblema delle parole di Gesù: non per essere serviti, ma per servire. Loro lo fanno ogni giorno facendo della vita un dono per gli altri”, ha detto don Franco Liporace nella giornata dedicata al mondo del volontariato e del terzo settore. “Il bene comune è bene di tutti” ha sottolineato con forza il vescovo emerito monsignor Luigi Cantafora nella serata dedicata agli amministratori ricordando il ruolo della dottrina sociale della Chiesa che “ci fa passare da una fede devozionistica a una fede che si traduce nell'impegno personale e collettivo per il bene di tutti e di ciascuno”. Il mondo dello sport, con i dirigenti e giovanissimi atleti di diverse realtà sportive lametine, protagonista dell'ultima giornata della novena, durante la quale don Franco Liporace, ricordando l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale, ha indicato agli sportivi lametini Pietro e Paolo “come i due grandi allenatori che ci preparano a giocare la partita della vita, a fare della nostra vita un dono per Dio e i fratelli”.
Le celebrazioni della novena sono state animate dal coro della Cattedrale “Rorate Coeli Desuper” diretto dal maestro Attilio Lorenti.