Proseguono le presentazioni e le relative consegne del Progetto Pastorale 2013-2017 da parte del Vescovo di Lamezia mons. Luigi A. Cantafora. Questa sera il progetto "Indossiamo e Custodiamo l�Abito nuziale della Carit�" � stato presentato, per la Vicaria San Pancrazio presso la parrocchia di San Francesco di Paola a Sambiase, e affidato ai presbiteri e ai Consigli pastorali parrocchiali. Il Vescovo, affiancato dal vicario generale mons. Pasquale Luzzo e da don Pino Angotti, ha ricordato come nella sua visita dello scorso ottobre ilSanto Padre abbia "voluto richiamare i risultati del nostro precedente progetto pastorale che ha seminato germi di bene che lasciano speranza al futuro. Nella recente visita ad limina - ha ricordato mons. Cantafora - ho avuto occasione di presentare il nuovo progetto e stasera lo consegno a voi laici e presbiteri". C'� l'evidenza, secondo il pastore della diocesi lametina, dell'aiuto vivo di una Persona - il Figlio di Dio - "che ci accompagna e ci aiuta nella vita".
"Il Progetto Pastorale - ha spiegato il Vescovo - si articola in due parti: nella prima, alla luce della parabola del banchetto nuziale, si offrono alcune chiavi di lettura della nostra realt� ecclesiale e sociale, insieme ad una verifica del cammino svolto e ad alcuni orizzonti per il nostro essere e la nostra azione come Chiesa in questo territorio. La seconda parte contiene invece le linee progettuali diocesane, con gli obiettivi e le mete verso le quali desideriamo incamminarci"
Ci sono tre criteri di fondo che hanno guidato l'articolazione del Progetto pastorale: la centralit� dell'impegno educativo, una Pastorale estroversa aperta agli spazi e ai tempi che viviamo e l'annuncio per una conversione.
La motivazione della redazione del piano, secondo il Vescovo, si basa sul fatto che progettare significa sperare; Dio che agisce nella storia non � solo un parola. Bisogna accrescere nel nostro oggi le speranze future perch� tutti gli uomini si sentano preparati al progetto. Non � tanto un progetto sul "cosa fare" ma � un richiamo alla missione, senza accontentarci, perch� l'accontentarsi � una mediocrit�. Il ruolo dei laici, secondo mons. Cantafora, � spesso ridotto a "cose da fare" e ci� determina come una schizofrenia tra la vita e l'impegno pastorale, come il "divorzio tra vita e fede" che citava Paolo VI.
"Se abbiamo presenti nascita e morte, - ha commentato mons. Cantafora la vita ha significato. Siamo chiamati ad un lavoro grande, per questo il richiamo � per primi a voi presbiteri. Laici e presbiteri sono chiamati insieme a vivere una fede che non sia sentimentale magica o folklorica. Non � un caso che le stanze del nostro esorcista diocesano - ha ammonito il Vescovo - siano affollate: � un segno evidente che la maggior parte dei nostri fedeli � priva di una vera evangelizzazione.".
"Il problema di Lamezia - ha aggiunto il vescovo - non � tanto la mafia, che c'� dappertutto ma � lo stile mafioso che c'� tra tutti, in tutti i rapporti".
Cantafora ha poi ricordato come anche l'immigrazione sia uno stimolo, perch� Lamezia Terme ha certe caratteristiche delle metropoli, per la sua multietnicit� per cui siamo chiamati ad una pastorale molto seria. C'� una corresponsabilit� tra laici e clero nell'azione missionaria: il laico, per via del battesimo, � corresponsabile. Il suo non � un ruolo, ma un'esigenza perch� come Lui � risorto - e ogni laico che � stato salvata, convertito, deve essere parte di quella rete che citava Cromazio, patriarca di Aquilea - che porta continuamente a galla altri pesci. "Tutti - ha ribadito il Vescovo -siamo chiamati ad essere consapevoli. C'� efficacia solo se c'� una forte, appropriata, estroversa (come diceva Giovanni XXIII) catechesi da parte dei movimenti e delle parrocchie.
L'auspicio e l'indicazione di mons. Cantafora � che il Progetto diventi oggetto di discussione nei consigli pastorali delle parrocchie, e che diventi un richiamo per ciascuno, per concretizzare una pastorale moderna ed integrata, del nostro tempo ma che metta insieme tutto l'uomo.