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Vita diocesana

La presentazione del Progetto Pastorale nella vicaria di S.Pancrazio

Antonio Cataudo · 12 anni fa

Proseguono le presentazioni e le relative consegne del Progetto Pastorale 2013-2017 da parte del Vescovo di Lamezia mons. Luigi A. Cantafora. Questa sera il progetto "Indossiamo e Custodiamo l’Abito nuziale della Carità" è stato presentato, per la Vicaria San Pancrazio presso la parrocchia di San Francesco di Paola a Sambiase, e affidato ai presbiteri e ai Consigli pastorali parrocchiali. Il Vescovo, affiancato dal vicario generale mons. Pasquale Luzzo e da don Pino Angotti, ha ricordato come nella sua visita dello scorso ottobre ilSanto Padre abbia "voluto richiamare i risultati del nostro precedente progetto pastorale che ha seminato germi di bene che lasciano speranza al futuro. Nella recente visita ad limina - ha ricordato mons. Cantafora - ho avuto occasione di presentare il nuovo progetto e stasera lo consegno a voi laici e presbiteri". C'è l'evidenza, secondo il pastore della diocesi lametina, dell'aiuto vivo di una Persona - il Figlio di Dio - "che ci accompagna e ci aiuta nella vita".

"Il Progetto Pastorale - ha spiegato il Vescovo - si articola in due parti: nella prima, alla luce della parabola del banchetto nuziale, si offrono alcune chiavi di lettura della nostra realtà ecclesiale e sociale, insieme ad una verifica del cammino svolto e ad alcuni orizzonti per il nostro essere e la nostra azione come Chiesa in questo territorio. La seconda parte contiene invece le linee progettuali diocesane, con gli obiettivi e le mete verso le quali desideriamo incamminarci"

Ci sono tre criteri di fondo che hanno guidato l'articolazione del Progetto pastorale: la centralità dell'impegno educativo, una Pastorale estroversa aperta agli spazi e ai tempi che viviamo e l'annuncio per una conversione.

La motivazione della redazione del piano, secondo il Vescovo, si basa sul fatto che progettare significa sperare; Dio che agisce nella storia non è solo un parola. Bisogna accrescere nel nostro oggi le speranze future perché tutti gli uomini si sentano preparati al progetto. Non è tanto un progetto sul "cosa fare" ma è un richiamo alla missione, senza accontentarci, perché l'accontentarsi è una mediocrità. Il ruolo dei laici, secondo mons. Cantafora, è spesso ridotto a "cose da fare" e ciò determina come una schizofrenia tra la vita e l'impegno pastorale, come il "divorzio tra vita e fede" che citava Paolo VI.

"Se abbiamo presenti nascita e morte, - ha commentato mons. Cantafora la vita ha significato. Siamo chiamati ad un lavoro grande, per questo il richiamo è per primi a voi presbiteri. Laici e presbiteri sono chiamati insieme a vivere una fede che non sia sentimentale magica o folklorica. Non è un caso che le stanze del nostro esorcista diocesano - ha ammonito il Vescovo - siano affollate: è un segno evidente che la maggior parte dei nostri fedeli è priva di una vera evangelizzazione.".

"Il problema di Lamezia - ha aggiunto il vescovo - non è tanto la mafia, che c'è dappertutto ma è lo stile mafioso che c'è tra tutti, in tutti i rapporti".

Cantafora ha poi ricordato come anche l'immigrazione sia uno stimolo, perché Lamezia Terme ha certe caratteristiche delle metropoli, per la sua multietnicità per cui siamo chiamati ad una pastorale molto seria. C'è una corresponsabilità tra laici e clero nell'azione missionaria: il laico, per via del battesimo, è corresponsabile. Il suo non è un ruolo, ma un'esigenza perché come Lui è risorto - e ogni laico che è stato salvata, convertito, deve essere parte di quella rete che citava Cromazio, patriarca di Aquilea - che porta continuamente a galla altri pesci. "Tutti - ha ribadito il Vescovo -siamo chiamati ad essere consapevoli. C'è efficacia solo se c'è una forte, appropriata, estroversa (come diceva Giovanni XXIII) catechesi da parte dei movimenti e delle parrocchie.

L'auspicio e l'indicazione di mons. Cantafora è che il Progetto diventi oggetto di discussione nei consigli pastorali delle parrocchie, e che diventi un richiamo per ciascuno, per concretizzare una pastorale moderna ed integrata, del nostro tempo ma che metta insieme tutto l'uomo.