Il saluto del Vicario generale, don Giuseppe Angotti, al Vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, ad apertura della Concelebrazione eucaristica solenne in onore dei Santi Patroni Pietro e Paolo del 29 giugno
Reverendissimo Padre!
Siamo qui oggi radunati insieme con Lei come Comunità Diocesana per la Festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della Città di Lamezia Terme e dell'intera Diocesi, per onorarli come Apostoli fondamentali per la costruzione di quelle radici essenziali dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana.
Con l'apostolo Pietro riconosciamo, ogni giorno, in Gesù il “Santo di Dio”, cioè il vero Sommo Sacerdote che realizza il dono della nostra salvezza nella concretezza eucaristica del proprio corpo e del proprio sangue.
La Chiesa non è santa da sè stessa; è costituita, infatti, di peccatori: lo sappiamo e lo vediamo tutti!
Piuttosto essa viene sempre santificata dall'amore purificatore di Cristo: in Lui Dio Padre non ha solo parlato ma ci ha amato molto realisticamente. E' da questo che ci mostra tutta la grandezza della Rivelazione e davanti a questa grandezza ognuno po' personalmente dire con San Paolo: “io vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato sé stesso per me!” con la speranza che la verità di questa parola si imprima profondamente, con la sua gioia e la sua responsabilità, nella nostra mente e nel nostro cuore.
Eccellenza!
La gioia ecclesiale di questo giorno è chiaramente espressa dal nostro essere qui come Comunità diocesana in tutte le sue componenti: presbiteri (approfitto del momento per esprimere a nome di tutto il presbiterio i migliori auguri di buon anniversario a quanti di noi in questo giorno ricordano la loro ordinazione sacerdotale e, in modo particolare a Mons. Puija e Mons. Mazzotta che celebrano il giubileo di sessant'anni di Messa), diaconi, seminaristi, religiosi, religiose e fedeli laici.
Siamo qui, intorno a Lei e con Lei come un popolo, un popolo in cammino!
Ci è già ben chiaro, Eccellenza, quanto alla Sua Paternità stia a cuore questa immagine teologica e pastorale della Chiesa: la Chiesa come un popolo che sceglie di camminare sempre insieme con lo sguardo rivolto a Cristo e alla sua Croce!
Sappiamo che le è cara perché è cara al Cuore di Cristo!
Egli, il nostro Capo e Pastore non ha altro modo di guardare alla Chiesa se non in questo modo e noi La ringraziamo, perché docile a questa particolare intuizione dello Spirito Santo, per nulla scontata, ogni giorno non manca di trasmettercela con tenerezza e discrezione, esigendo da ciascuno di noi la scelta personale e comunitaria di intraprendere significativi e concreti percorsi di comunione e di caritatevole fraternità, percorsi che sgorgano da cuori e da menti che scelgono la sinodalità non tanto solo come stile o metodo pastorale quanto piuttosto come atteggiamento esistenziale di fondo, orizzonte complessivo di interpretazione del reale, come respiro dell'anima, metro di giudizio e di interpretazione della vita stessa nel nostro cammino ecclesiale ordinario e feriale.
Mentre allora guardiamo tutti insieme ai nostri Patroni, nel gaudio di questa divina Liturgia, con il desiderio vivo di ottenere anche grazie alla loro sicura ed efficace intercessione un'autentica conversione all'Amore del Cristo e al Suo progetto di Chiesa, vorremmo, Eccellenza reverendissima, permetterci di approfittare di questo autentico momento di comunione che ci vede riuniti tutti insieme, per anticiparle di qualche giorno i nostri più affettuosi auguri per il suo anniversario di ordinazione episcopale ormai prossimo.
Sono passati appena soli due anni ma siamo davvero già tanto grati al Signore per il dono della sua vita, della sua vocazione, del suo Si ridetto al Signore quando nella Sua bontà e Provvidenza ha ritenuto di affidarle le nostre vite come nostro Vescovo.
La mitria e la casula che oggi Lei indossa sono quelle che come suoi fedeli, tutti insieme, abbiamo scelto di donarle in ricordo di questo suo secondo anniversario: essi sono i segni che contraddistinguono il Pastore chiamato a camminare e a guidare il popolo di Dio che gli è affidato.
Certo! … sono solo segni esteriori ma che hanno la pretesa di significarle il nostro grazie e il nostro augurio…oltre che ovviamente il nostro affetto e la nostra rinnovata fattiva collaborazione affinchè Dio edifichi il Suo Regno in mezzo a noi!
Le conceda il buon Dio di camminare sempre più speditamente con noi, in mezzo a noi e per noi!
Auguri!