Don Andrea Latelli: "ripartiamo dalla relazione"
Ripartiamo da una comunicazione “faccia a faccia”, fatta di relazione, autenticità, ricerca della verità. E'l'invito rivolto da don Andrea Latelli, cancelliere vescovile, che ha presieduta la celebrazione eucaristica nella giornata del novenario dei Santi Pietro e Paolo dedicata agli operatori della comunicazione e dell'informazione.
Una riflessione profonda e pragmatica, quello di don Andrea, che parte “dall'icona evangelica che Papa Francesco ha scelto per l'ultima giornata delle comunicazioni sociali: Gesù è il comunicatore perfetto, perché è l'unico che dice ciò che fa e fa ciò che dice. Nella chiamata ai primi discepoli che gli domandano “Dove abiti”, a cui Gesù risponde dicendo “venite e vedrete”, e poi a sua volta Filippo che dice a Natanaele “vieni e vedi”, ci indica un percorso che tutti i professionisti della comunicazione sono chiamati a fare e, insieme a loro, tutti noi. Si comunica solo andando e vivendo, entrando in contatto con un'esperienza concreta. Come faccio a parlare di una persona se non la conosco? Come faccio a denunciare soprusi, ingiustizie e violenze se non entro in contatto con quelle realtà, non filtrate attraverso un computer? Oggi corriamo il rischio di una comunicazione massificata, omologata, in cui le notizie arrivano davanti a uno schermo mentre stiamo comodamente a casa nostra. Così come corriamo quei rischi della comunicazione da cui già Platone ci metteva in guardia: i sofisti, che sono abili con le parole e cercano di portarti dove vogliono loro e raccontarti la verità a proprio uso e consumo, e la propaganda della comunicazione di massa che manipola le coscienze”.
L'invito di Don Andrea Latelli a giornalisti e operatori della comunicazione è quello di “ricercare e la raccontare la verità perché così si serve il bene comune. E il criterio per riconoscere la verità sta nel porsi delle domande: si sta parlando veramente di te, di noi? Mi riconosco in quelle parole? O è qualcosa di artefatto, che distorce la verità e non arriva al cuore? No a una comunicazione meramente tecnica, scollegata dalle persone, ma una comunicazione che viva dentro le relazioni”.
Nel dare il benvenuto ai giornalisti e agli operatori della comunicazione presenti, il parroco don Carlo Cittadino ha sottolineato la delicatezza della missione dell'informazione nella nostra comunità “con la responsabilità di portare avanti un messaggio di giustizia e di pace. I nostri Santi Patroni con la loro testimonianza ci insegnano a non avere paura della verità”.
Nel corso della celebrazione, si è pregato in particolare per i giornalisti minacciati a causa del loro lavoro di denuncia e per il mondo dell'editoria colpito, come tante altre realtà dalla crisi economica innescata dalla pandemia.