Il nuovo arcivescovo stamani ha ricevuto l'abbraccio della comunità in occasione del suo ingresso solenne
“Aiutatemi a non spadroneggiare sulla vostra fede, ma ad essere autentico servitore e collaboratore della vostra unica gioia, Cristo Gesù”. Ha la voce carica di emozione monsignor Fortunato Morrone quando parafrasa il motto scelto per il ministero episcopale (Adiutores Gaudii Vestri): il nuovo arcivescovo di Reggio Calabria - Bova ha ricevuto l'abbraccio della comunità diocesana in occasione del suo ingresso solenne di oggi. Nonostante le limitazioni dovute al contenimento epidemiologico da Covid-19, i sentimenti di gratitudine al Signore sono rimasti immutati.
La Basilica Cattedrale di Reggio Calabria ha presto esaurito il numero dei posti a disposizione. Tanti i fedeli che hanno voluto porgere il loro benvenuto al nuovo pastore. Tra loro anche le Autorità civili, politiche e militari che - dopo il saluto a Palazzo Alvaro - si sono riversati al Duomo per partecipare alla santa messa. Presente anche una nutrita delegazione dal territorio di Crotone-Santa Severina, diocesi di provenienza di monsignor Morrone.
Chi non ce l'ha fatta, però, ha potuto vivere le emozioni grazie alla diretta dalla Cattedrale predisposta dall'Avvenire di Calabria che ha consentito, anche ai reggini emigrati, di gustare la bellezza dell'incontro con l'arcivescovo Fortunato.
L'ingresso solenne nell'arcidiocesi è iniziato fuori dalla Basilica Cattedrale dove l'arcivescovo Morrone, tolta la mitra, ha baciato il Crocifisso sorretto dalle mani del Decano del Capitolo metropolitano, monsignor Antonino Denisi.
Dopo l'ascolto delle letture, monsignor Morrone ha letto l'omelia dalla cattedra: “Mi sento a casa, con voi, uno di voi – ha detto - , in questa bellissima e maestosa cattedrale, quasi architettonicamente custoditi perché possiamo gustare e celebrare, in questa santa liturgia, il mistero della fede: l'annuncio gioioso, la bella e insuperabile notizia che in Gesù siamo tutti, nessuno escluso, amati da morire”.
Di buon mattino, monsignor Morrone aveva voluto affidare il suo ministero episcopale in riva allo Stretto alla Madonna della Consolazione, patrona della Chiesa reggino bovese.