Il professore Alberto Valentini nel suo libro “Maria secondo le Scritture” (EDB, Bologna 2007) esordisce con un'affermazione che smonta le opinioni di coloro che, pur studiando la Parola di Dio, non comprendono che la Vergine Maria è un dato rivelato nelle Scritture, perché è la madre di Gesù, con un ruolo che la pone al centro stesso della storia salvifica: «L'opinione, tuttora diffusa, secondo la quale la Scrittura parlerebbe poco di Maria è certamente un giudizio acritico, anzi un pregiudizio che misconosce il carattere non quantitativo, ma qualitativo della parola di Dio e la sua finalità storico-salvifica. La Scrittura infatti – a differenza della letteratura apocrifa e devozionale – non si interessa direttamente della biografia e della vicenda particolare della madre di Gesù, ma del suo ruolo e significato all'interno del disegno salvifico. Per conseguenza, chiunque voglia approfondire biblicamente la dottrina mariana non può farlo che mediante una maggiore comprensione della storia della salvezza. Viceversa, chiunque voglia comprendere più a fondo la storia della salvezza, s'imbatte necessariamente nella madre del Redentore, unita con vincoli indissolubili al centro stesso della storia salvifica. Statisticamente i brani espliciti concernenti la madre di Gesù non sono numerosi, ma neppure scarsi; in ogni caso, sono testi strategici e di eccezionale densità. Strategici, perché collocati alle svolte fondamentali della storia della salvezza: Incarnazione – Mistero pasquale – Pentecoste; di straordinaria densità, in quanto vitalmente inseriti in tali misteri, da cui traggono valore e significato» (p. 21). Inoltre la riflessione su Maria dal punto di vista biblico non può solo fermarsi ai brani mariologici espliciti e diretti ma va dilatata tenendo come sfondo l'intera rivelazione, a partire dal mistero pasquale di Cristo. Quando Gesù appare ai discepoli di Emmaus, spiegò loro “in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,27). La Chiesa quindi ha sempre ricercato nei diversi brani dell'Antico Testamento ciò che riguardava Gesù e sua madre Maria; l'esempio più eclatante lo troviamo in Isaia 7,14 riportato in Mt 1,22-23: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi». Inoltre, se consideriamo il fatto che la Vergine Maria è immagine del credente e della stessa Chiesa, la riflessione sulla madre di Gesù si estende anche a tutti i brani biblici in cui è descritta la vita nuova in Cristo, il discepolato e l'identità stessa della Chiesa. A tal proposito De Lubac, uno dei più influenti teologi del XX secolo, affermava che la Chiesa e Maria sono tra loro di un tale rapporto che si avvantaggiano sempre ad essere chiariti l'uno con l'altro (cf. De Lubac, Meditazione sulla Chiesa, Ed. Paoline, Milano 1965, pp. 397-398). Molti brani biblici ecclesiologici rivelano la loro pienezza solo se applicati a Maria che è la “sposa del Signore senza macchia e senza ruga” (cf. Ef. 5,27): in lei si rivela il volto autentico del popolo d'Israele e della Chiesa. Lo afferma chiaramente anche la “Lumen Gentium” al numero 55: «I libri del Vecchio e Nuovo Testamento e la veneranda tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della madre del Salvatore nella economia della salvezza e la propongono per così dire alla nostra contemplazione. I libri del Vecchio Testamento descrivono la storia della salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo. Questi documenti primitivi, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell'ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la madre del Redentore. Sotto questa luce essa viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (cfr. Gen 3,15). Parimenti, è lei, la Vergine, che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emanuele (cfr. Is 7, 14; Mt 1,22-23). Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infine con lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova “economia”, quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana per liberare l'uomo dal peccato coi misteri della sua carne». La madre di Gesù quindi «appare come un crocevia obbligato verso cui convergono e dal quale si diramano le principali linee vettoriali del disegno salvifico, concernente il credente, la Chiesa e l'intera famiglia umana» (cf. Valentini, p. 22). Quindi la presenza della Vergine Maria è tutt'altro che marginale nella fede cristiana e nelle Sacre Scritture, anzi è notevole perché, come afferma la “Lumen Gentium” al numero 65, «per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per cosi dire e riverbera i massimi dati della fede». Nei prossimi articoli di questa rubrica “Mater Ecclesiae” approfondiremo diversi brani biblici mariologici presenti nell'Antico Testamento e nel Nuovo Testamento.
Mater Ecclesiae
La riflessione biblica sulla Vergine Maria
Don Giuseppe Fazio · 4 anni fa