La più antica preghiera mariana che si conosca porta il titolo “Sub tuum praesidium” (“Sotto la tua protezione”). Il testo greco, ritrovato in un papiro antico (il n. 470 della collezione John Ryland Library, pubblicato nel 1938 da C.H. Roberts, a Cambridge), risalirebbe secondo il Roberts al secolo III (probabilmente al 250 d.C.). La traduzione letterale del testo dal greco in latino è la seguente: «Sub misericordiam tuam confugimus, Dei Genetrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitate, sed a periculis libera nos, una sancta, una benedicta». La traduzione in italiano è la seguente: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, tu la sola pura e la sola benedetta» (cf. Nuovo Dizionario di Mariologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1986, pp. 700-701). Il Concilio Vaticano II ha citato la preghiera “Sub tuum praesidium” nel capitolo ottavo della Lumen Gentium con queste parole: «Già fin dai tempi più antichi la beata Vergine è venerata col titolo Madre di Dio, sotto il cui presidio i fedeli imploranti si rifugiano in tutti i pericoli e necessità» (Lumen Gentium, 66).
Prima del 1938, si escludeva un culto ufficiale riconosciuto alla Vergine Maria, anteriore al Concilio di Nicea del 325. Inoltre, quanto al termine “Theotokos”, Madre di Dio, alcuni teologi negavano che potesse essere in uso prima della celebre definizione del Concilio di Efeso del 431. Probabilmente il “Sub tuum praesidum” nasce dalla fede e dalla pietà della chiesa egiziana, in cui primeggia la figura di Origene (+253/254). Tale antica preghiera mariana ha poi trovato collocazione in tutte le antiche liturgie: l'orientale, inclusa la bizantina, la siriana, l'armena, la copta e l'etiopica e l'occidentale, inclusa la romana e l'ambrosiana. La datazione del papiro testimonia quanto precoce sia stato il culto della madre di Gesù tra i cristiani. Inoltre è un testo che sembra contenere tutti i semi che si sarebbero sviluppati nella mariologia dei secoli seguenti perché riconosce la maternità divina (“genitrice di Dio”) e verginale (“o sola casta”) e la misericordiosa intercessione (“sotto la tua protezione ci rifugiamo”). La preghiera sottolinea la purezza e la verginità di Maria che è la “sola benedetta” in quanto verso di lei c'è una speciale predilezione di Dio che non ha riscontro in altre persone. Inoltre il termine “praesidium” è lo stesso utilizzato nel vangelo per indicare la commozione “fino alle viscere” di Gesù nel vedere la folla ridotta a gregge di pecore senza pastore; lo ritroviamo anche nel descrivere l'emozione del buon samaritano davanti al ferito della strada di Gerico e nel turbamento del padre per il ritorno del figliol prodigo. Il termine si avvicina quindi a quello di “misericordia” che etimologicamente significa “il cuore che sente pietà”. Quindi il “sensus fidelium” dei credenti ha riconosciuto fin dalle origini del cristianesimo la Vergine Maria come colei che è più prossima alla misericordia divina e chiamata a soccorrerci nei pericoli (cf. Vittorio Messori, Ipotesi su Maria, Ares, Milano 2015, pp. 207-216). Come nei primi secoli, in cui la Chiesa era fortemente perseguitata e in una condizione di “grande necessita”, così pure ai nostri giorni, in mezzo alla confusione e alla sofferenza della stessa nostra epoca, la Madre di Dio rimane sempre il rifugio e la difesa del popolo cristiano.
Mater Ecclesiae
La piu' antica preghiera mariana
Don Giuseppe Fazio · 4 anni fa