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Mater Ecclesiae

Rallegrati Maria

Don Giuseppe Fazio · 3 anni fa

Il “rallegrati Maria”, pronunciato dall'arcangelo Gabriele nel corso dell'annunciazione (Lc 1,28), rappresenta l'avvio della gioia messianica, preannunciata nell'Antico Testamento (cf Sof 3,14; Gl 2,21; Zc 9,9; Is 9,2; 40,9; 49,13), che Gesù introduce nel mondo con la sua incarnazione nel grembo della Vergine Maria. La visita di Maria alla cugina Elisabetta costituisce la via attraverso cui tale gioia si estende alla stessa Elisabetta e al piccolo Giovanni che ella porta in grembo: «Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1,44). Quel “rallegrati” trova il suo compimento pieno in Maria nel momento della risurrezione di Gesù, e si prolunga poi nel tempo della Chiesa che gioisce continuamente nel Signore Risorto.
La Vergine Maria ha vissuto pienamente l'evento della Risurrezione, infatti sappiamo che durante il Sabato Santo, tenne viva la fiamma della fede nel Cristo che doveva risorgere dai morti: mentre l'oscurità avvolgeva gli apostoli e i discepoli di Gesù dopo la sua morte in croce, Lei si affidava pienamente al Padre che dona la vita ricordando le parole del Figlio contenenti le divine promesse di salvezza. Papa Giovanni Paolo II nell'Udienza Generale del 21 maggio 1997 afferma che è legittimo pensare che la Vergine Maria sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. Ciò è motivato dall'assenza di Maria dal gruppo delle donne che all'alba si reca al sepolcro (cf Mc 16,1; Mt 28,1). Tale assenza, afferma il Papa, «non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù?». Inoltre sappiamo dai Vangeli che le prime testimoni della resurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede. Il Papa attesta che «ad una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli Apostoli (cf Gv 20,17-18). Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, Colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede». Inoltre, «il carattere unico e speciale della presenza della Vergine sul Calvario e la sua perfetta unione con il Figlio nella sofferenza della Croce, sembrano postulare una sua particolarissima partecipazione al mistero della risurrezione». Giovanni Paolo II, in questa catechesi mariana, riporta anche le parole di un autore del quinto secolo quinto, Sedulio, il quale «sostiene che Cristo si è mostrato nello splendore della vita risorta innanzitutto alla propria Madre. Infatti, Colei che nell'Annunciazione era stata la via del suo ingresso nel mondo era chiamata a diffondere la meravigliosa notizia della risurrezione, per farsi annunziatrice della sua gloriosa venuta. Inondata così dalla gloria del risorto, Ella anticipa lo "sfolgorio" della Chiesa».
Il “Regina Coeli” (in italiano: “Regina del Cielo” o “Regina del Paradiso”) che la Chiesa prega nel tempo pasquale al posto dell'“Angelus” e nella Liturgia delle Ore (come antifona mariana al termine della compieta), richiama la gioia della Vergine Maria per la risurrezione di Gesù: «Regina del cielo, rallegrati, alleluia. Cristo che hai portato nel grembo, alleluia. È risorto, come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi, alleluia. Rallegrati, Vergine Maria, alleluia». L'autore di questa preghiera è sconosciuto anche se alcune attestazioni la riportano a papa Gregorio Magno (590-604). Papa Benedetto XIV il 20 aprile 1742 stabilì che il “Regina Coeli” sostituisse la preghiera dell'“Angelus” in tutto il Tempo Pasquale. L'“Enchiridion Indulgentiarum” attualmente include un'indulgenza parziale per i fedeli che recitano nel tempo pasquale, al mattino, a mezzogiorno e alla sera.
La Chiesa, e quindi noi tutti, soprattutto nel tempo pasquale, pregando il “Regina Coeli”, ci rallegriamo con la stessa gioia vissuta dalla Vergine Maria al momento della risurrezione del Signore. Tale gioia permane in tutte le comunità parrocchiali in cui Gesù è presente con la potenza della sua Risurrezione: «Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); «i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo» (At 13,52). L'invito a vivere nella gioia della fede in Cristo Risorto che anche l'apostolo Paolo rivolgeva ai Filippesi sia presente in nei cuori dei cristiani e in tutte le nostre comunità parrocchiali in cui si celebra la Risurrezione del Signore: «siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino» (Fil 4,4).