Un incontro, due regole
Sei Tu? Sì, certo, sei Tu! Non puoi essere che Tu!
Solo Tu sprigioni Amore anche verso i miei pensieri e azioni più nefaste.
Solo Tu sei sempre Amore sia quando chiedi a un Tuo diletto di salvare la Tua Chiesa sia quando subisci da un Tuo ribelle acuminate osservazioni contro i Tuoi successori. Solo Tu sai farTi amare dal diletto e dal ribelle. Solo Tu Ti assumi le colpe di coloro che non sanno quello che fanno. Solo Tu sai vedere l'uomo e lo ami sempre.
Per tutto questo, potrei ammirarTi, anche amarTi, ma non seguirTi.
Sento il desiderio di seguirTi quando ammonisci i farisei perché puliscono l'esterno mentre l'interno è pieno d'intemperanze, quando cacci i mercanti dal Tempio perché utilizzano la Casa del Padre Tuo per i loro affari, quando preferisci chi si scusa per le sue azioni cattive a chi si compiace delle sue bontà, quando prediligi il sacrifico della vedova al superfluo del ricco, quando chiedi al ricco di spogliarsi dei suoi beni per spogliarlo delle sue vanità oblative, ed egli scopre la sua tristezza.
Sento il desiderio di seguirTi quando T'intrattieni con tutti, con i puri o i diletti, con i pubblicani o i potenti, con i farisei o gli ipocriti, con le prostitute o i ruffiani.
Sento il desiderio di seguirTi quando preferisci i peccatori e festeggi il figlio deviato che ritorna.
Sento il desiderio di seguirTi quando chiedi a ognuno solamente ciò che è in grado di fare. Ai puri domandi di abbandonare le cose della terra e di amarsi gli uni gli altri, e divenire Tuoi testimoni. Ai malati, chiedi soltanto poche cose.
A noi, ultimi nello spirito, a noi malati o ribelli o disobbedienti non hai domandato gesti straordinari. Ci hai solamente chiesto di vestire gli ignudi, di curare i malati, di dare da mangiare agli affamati, di visitare i prigionieri, di accogliere il forestiero, di dare da mangiare agli affamati, di dare da bere agli assetati. Ci hai anche invitato a non lasciarci deviare dai difetti degli altri, ma di soffermarci, ciascuno, sui propri.
E io, che sono ultimo e malato, vorrei tanto lasciarmi guidare da Te.
Ma non l'ho saputo fare. Perché? Perché mi lascio sedurre dal mondo? Perché preferisco una mia stupida vanità al bisogno più urgente dell'altro? Perché mi scandalizzo per ogni atto dell'altro, anche se buono, e non mi soffermo sulla trave nel mio occhio? Perché mi lascio affascinare da tesi astratte senza risultati?
Forse non ho saputo usare quella libertà che Tu mi hai dato?
No! Tu, prima, non impartisci concetti come libertà, fratellanza, uguaglianza. No! I Tuoi principi primi non sono le astrazioni. Sai che i concetti aumentano quella torre di Babele, che noi uomini costruiamo imbrigliandoci in essa. Ancor di più, sai che i valori annebbiano e placano le coscienze, rendendoci tutti uguali a quegli imbalsamati che Tu tanto ammonisci. No, Tu non vuoi tutto questo!
Tu mi hai dato prima due regole molto più semplici della libertà, dell'uguaglianza, della fratellanza o di qualunque altra bella parola.
Tu, semplicemente, ogni giorno, m'inviti a fare due sole cose: 1) rimuovere o sostenere la debolezza dell'altro che quotidianamente incontro e 2) non lasciarmi deviare dai difetti dell'altro.
Tutto qui!
Forse queste due semplici regole mi renderanno veramente libero.
Forse queste due semplici regole potrebbero salvare il mondo. Chissà!
Spiritualità
Un incontro, due regole
André Marie Sorel · 4 anni fa