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Spiritualità

"Fermiamo con la tenerezza dell'amore il virus dell'indifferenza"

Lina Latelli Nucifero · 4 anni fa

«In questo periodo di incertezza, dovuta alla pandemia, siamo tentati dalla indifferenza che ha assunto una dimensione mondiale, come singoli, come comunità e come Chiesa. Mai come oggi è urgente prendere coscienza della realtà e reagire per affrontare e contrastare la globalizzazione della indifferenza». Lo sostiene don Pino Latelli, parroco in solido del Carmine di Lamezia Terme, dopo aver appreso della morte di tanti senzatetto deceduti a Roma a causa del freddo. Ultimo caso è quello del 20 gennaio in cui è stato trovato morto un senzatetto nigeriano di 46 anni, di nome Ewin. Lo stesso papa Francesco, dopo l'Angelus di qualche domenica fa, ha denunciato questa morte, avvenuta a due passi dal colonnato di San Pietro ed in diverse occasioni ha ripetuto che «dall'esperienza della pandemia tutti stiamo imparando che nessuno si salva da solo e che la globalizzazione della indifferenza si vince con la globalizzazione della fraternità».
«La lungimirante riflessione del Pontefice - afferma don Pino Latelli - si traduce nell'esortazione rivolta a tutti gli uomini affinché si impegnino a sconfiggere il virus dell'indifferenza costruendo una “casa comune” nella quale la corresponsabilità, la solidarietà, la fraternità e la condivisione costituiscono le fondamenta. Per uscire dal torpore della indifferenza – prosegue il sacerdote - e per ridare il giusto senso alla nostra vita e ai rapporti con gli altri, credo fermamente sia necessario entrare nell'immensità dell'amore di Dio per l'umanità e per ciascuno di noi. Un amore smisurato che non potrà mai conoscere l'indifferenza, ma soltanto la tenerezza, la misericordia e la bellezza».
«Una delle tante persone che hanno testimoniato l'amore di Dio – sottolinea don Pino - è stata madre Teresa di Calcutta. Ci ha insegnato che, per superare l'indifferenza, bisogna vedere quello che capita, aprire il cuore e le mani per dare risposte concrete, servire Cristo soprattutto nei più poveri, nelle persone più sole e abbandonate vedendo in loro il volto sofferente di Cristo. Madre Teresa diceva che «il male più grande del mondo è l'indifferenza».
Sulla stessa scia di papa Francesco e di madre Teresa di Calcutta è il pensiero del vescovo di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci che, in occasione del Natale, ha scritto, tra l'altro: «È necessario non essere tentati dall'indifferenza, dall'egoismo, dalla chiusura, dal rifiuto degli altri, avvertiti come una minaccia».
«Sono convinto – aggiunge don Pino a quanto sostenuto dal Vescovo– che per favorire il passaggio da una società sempre più egoista ad una società dominata dalla fraternità e dalla solidarietà, urge la promozione di scuole di formazione sociale e politica oppure iniziative atte a far conoscere la Dottrina sociale della Chiesa, che è parte integrante della evangelizzazione. Ritroviamo, dunque - conclude -, la voglia di compassione, di misericordia, di amore e ritorniamo a compiere gesti di tenerezza verso gli altri a cominciare dai tanti poveri e soli che vivono accanto a noi. Non dobbiamo fare altro che accogliere e mettere in pratica la Parola del Vangelo e annunciare con la nostra vita il Vangelo, la carità di Dio in Cristo».