Recentemente sono state introdotte alcune modifiche per quanto concerne le modalità per usufruire dei permessi da parte di chi presti assistenza ad un congiunto in età avanzata o con disabilità.
Di fatto, il lavoratore che può assentarsi per prendersi cura del familiare disabile, spesso non sa cosa si può o non si può fare durante i permessi della Legge 104.
L'errata conoscenza di quanto è effettivamente previsto dalla suddetta normativa, fa insorgere nei suo destinatari, il timore di incorrere nei controlli effettuati dal datore di lavoro, verifiche dalle quali potrebbe scaturire un uso non corretto del congedo lavorativo.
Sono pochi infatti coloro che sono consapevoli delle conseguenze a cui si va incontro in caso si sospetti un utilizzo non lecito dei permessi. Al fine di individuare eventuali comportamenti illeciti dei suoi dipendenti, in virtù di quanto stabilito dalla sentenza 4670 del 18 febbraio 2019 della Corte di Cassazione, il datore ha la possibilità di incaricare un investigatore privato. Per evitare quindi di esporsi al rischio di sanzioni, frutto di un'interpretazione non fedele della norma, è auspicabile dunque tenersi costantemente aggiornati sulle novità inerenti ai permessi previsti dalla Legge 104 per il familiare che assiste disabili ed anziani. Ciò in quanto a volte accade che, per un eccesso di zelo, ci si sottopone al rispetto di norme e restrizioni che in realtà non esistono.
È altrettanto consigliabile raccogliere informazioni ed aggiornamenti sull'opportunità di poter godere di importanti sgravi fiscali.
Se il lavoratore utilizza i permessi per scopi personali, commette un reato e la severità delle misure sanzionatorie trova giustificazione dal fatto che l'onere economico dell'indennità che questi percepisce grava interamente sulle casse dell'Inps. Per questa ragione, qualunque abuso del congedo retribuito corrisponde ad una vera e propria truffa ai danni dello Stato.
Con questo non si sta dicendo che coloro che beneficino di siffatti congedi debbano essere, a completa disposizione del familiare h 24, ma si fa semplicemente riferimento all'opportunità legislativamente riconosciuta al caregiver, ovvero di colui che si prenda cura di un familiare, di utilizzare parte del proprio tempo per adempiere ad attività personali, che spesso è costretto ad accantonare per adempiere il suo impegno di assistere l'invalido.
Una recente sentenza della Cassazione, la numero 16930 del 2020, ha introdotto, a tal proposito, un ulteriore novità, prevedendo che il caregiver, ossia l'assistente, durante i permessi della 104, può anche rimanere nella propria abitazione, non essendo in alcun modo necessario, né obbligatorio recarsi a casa del disabile.
Infatti, affinché si assuma un comportamento conforme alla ratio della normativa in esame, è sufficiente rimanere a disposizione della persona in caso di bisogno. In altri termini, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si rischiano sanzioni nella misura in cui ci si trattiene nella propria abitazione in attesa di un'eventuale richiesta di aiuto da parte dell'assistito, essendo questa una condotta consentita dalla legge in questione.
Oltre le barriere
Novita' sui permessi della Legge 104
Mirella Madeo · 4 anni fa