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Cultura e Società

Emergenza rifiuti a Lamezia Terme: le discariche non sono la soluzione

Paolo Emanuele · 12 anni fa

A guardare troppo i problemi degli altri molto spesso non ci si rende conto di quelli che ci sono in casa propria. Si è parlato, discusso, storto il naso negli ultimi anni per l’emergenza rifiuti in Campania, un problema che, anche grazie alla grossa risonanza che ha avuto sui mezzi di comunicazione, è stato amplificato a tal punto da diventare materia di discussioni televisive o cavallo di battaglia per la classe politica che, a vario titolo, si prometteva di mettere fine a quella che era diventata una tristissima cartolina del nostro Paese, soprattutto per chi la guarda all’estero.

Purtroppo, come spesso accade, la stessa eco non ha avuto l’emergenza rifiuti in Calabria, una regione avvolta come al solito da una densa coltre di nebbia che la rende invisibile, impalpabile, alla sensibilità dell’opinione pubblica del resto d’Italia. Così è successo che i calabresi in televisione si sono scandalizzati per anni a causa dei rifiuti a Napoli, ma non hanno fatto caso al cassonetto sotto casa, intorno al quale cresceva sempre più la montagna di spazzatura che debordava fino ad occupare i marciapiedi. Solo per circoscrivere il discorso a Lamezia Terme e all’ultimissimo periodo, chi ha avuto occasione di passeggiare per le vie della città nel periodo di Natale, si sarà sicuramente accorto dello spettacolo indecoroso a cui si è costretti ad assistere quotidianamente: strade invase da sacchetti della spazzatura giacenti da giorni, odori insopportabili, cassonetti incendiati da quelle poche persone al mondo ancora all’oscuro del fatto che bruciare la spazzatura non è un modo sbrigativo per fare pulizia, ma solo un ottimo esempio di inquinamento ambientale a causa dello sprigionamento nell’aria della cancerogena diossina.

Il problema dell’emergenza rifiuti è un argomento complesso che, per ramificazioni successive, chiamerebbe in causa altri temi connessi a quello primario. Se ci si vuole però solo attenere al caso di specie, per risalire alla causa dell’attuale situazione che ha attanagliato per mesi la città di Lamezia, basterebbe semplicemente dire che il problema era sostanzialmente di funzionamento della discarica, quella di Pianopoli per la precisione, che ha rallentato di molto la propria attività a causa di spettanze non corrisposte alla società Daneco, gestore del medesimo sito di raccolta rifiuti. Un disagio che è andato a ripercuotersi in prima istanza sulla Società Multiservizi, responsabile dello svuotamento dei cassonetti e del trasporto rifiuti alla discarica, che si è trovata a dover fare i conti con numerosi automezzi stracolmi di spazzatura da non poter scaricare da nessuna parte, con l’impossibilità dunque di poter espletare il proprio servizio. Le conseguenze, quelle reali, naturalmente le subiscono i cittadini, molto spesso ignari del perché ci si trovi da un mese all’altro con la città invasa dalla sporcizia. Non è il caso di sindacare qui sulle ragioni, o i torti, di nessuno, anzi c’è da evidenziare che, proprio dopo le festività natalizie, la situazione sulle strade è migliorata e non pochi sono stati i provvedimenti, sia a livello regionale che comunale, volti a normalizzare la città, almeno da questo punto di vista: l’ultima è stata l’ordinanza del sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, per predisporre un sito di stoccaggio provvisorio in località Bagni, proprio per scongiurare quella che stava diventando una vera e propria emergenza sanitaria.

Soluzioni, certo, anche se c’è da chiedersi, e in molti lo fanno, se può bastare ripristinare, ingrandire, costruire ex novo delle discariche per risolvere il problema dei rifiuti, in Calabria come in tutto il resto dell’Italia. La sensazione è che qualsiasi programma di problem solving che non preveda innanzitutto una corretta educazione ai cittadini sulla differenziazione dei rifiuti, congiuntamente a un innovativo sistema di raccolta, selezione e riciclaggio della spazzatura, sia destinato alla temporaneità, a rimandare continuamente la soluzione. Sul mercato di sistemi idonei e non troppo onerosi in termini economici sono disponibili e pronti ad essere implementati; l’importante è convincersi che anche i rifiuti, piuttosto che in semplice accumulo, possono trasformarsi in risorsa; il riciclo è una forma di produzione industriale che può e deve essere sfruttata maggiormente, tanto più se una mancanza in questo senso può causare seri danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. Non basta dunque una discarica, o più discariche, così come non è sufficiente lo smaltimento dei rifiuti tramite i termovalorizzatori, che si limitano sì ad un processo di combustione e produzione di energia elettrica, ma non costituiscono in ogni caso un riutilizzo e una valorizzazione della risorsa “rifiuto”, come invece garantisce il riciclo. Per questo motivo l’auspicio per il futuro è che si preferisca una soluzione del problema magari a medio-lungo termine, ma che almeno non funga da semplice tamponamento.