«Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?»: se a dirlo è Giacomo Leopardi, il suo pensiero basterà a smussare tutte le derive apocalittiche che sentiamo all'ordine del giorno, da più parti, oramai! «Vita felice»: lo dice il Recanatese, il poeta de L'infinito. «Salutiamo insieme quest'anno che invecchia senza invecchiare il nostro cuore»: continua Victor Hugo, per cui è il caso di dire delle nostre letterature che sono più consolatorie di quelle non poche news allarmanti, che gridano alla sventura più generale. Facebook, poi, ne è il trionfo: Eco, se ci fossi stato tu! Se dovesse sorprenderci un po' di tenerezza malinconica, ricordiamoci di prendere sottomano Gabriele D'Annunzio: «L'anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la Piazza Barberini, su la Piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorìo confuso e continuo, salendo alla Trinità de' Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato». Vedete!? Gli studia humanitatis hanno il pregio di restituirci all'umano quando le Apocalissi sono vicine: squarciano i veli delle tenebre per farci rinascere alla luce. Ogni testo impaginato è liturgico, sappiatelo: è Natale, Epifania e Pasqua ogni giorno. Chi non lo rammemora non ha apertura alla vita, assolutamente no!
«Mi avvio con la mia barca sulle acque ignote di quest'anno, con te, Padre, come porto, con te, Figlio, al timone, con te, Spirito, che gonfi le vele.
Guidami verso il cielo con i fianchi cinti, la lampada accesa, l'orecchio aperto alle tue chiamate, il cuore pieno di amore e l'anima libera.
Concedimi la tua grazia per santificarmi, le tue consolazioni per gioire, la tua saggezza per insegnare, la tua destra per guidare, il tuo consiglio per istruire, la tua legge per giudicare, la tua presenza per stabilità.
Che il tuo timore sia la mia ispirazione e i tuoi trionfi siano la mia gioia».
Buon anno a tutti, allora: in pace, senza coprifuochi.
Il lessico della guerra ce lo lasceremo alle spalle e non manca molto.
Credo, ci credo, perché volli, alfierescamente parlando…
(Dia)logos
Collage d'autore
Francesco Polopoli · 4 anni fa