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Vita diocesana

Sul senso dell'umano

Vincenzo Rimedio, Vescovo Emerito · 4 anni fa

Il senso dell'umano è già presente nei versi di Dante: “Nati non siamo a vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza”. I versi hanno una connotazione etica (non…come bruti), il seguire virtù e conoscenza, è una connotazione ancora etica e culturale. È la proposta di un umanesimo fondamentale per la promozione umana e per la civiltà. È ancora una traccia di verità, della quale l'uomo deve essere assetato, dal momento che lo si definisce “come colui che cerca la verità”. In concreto cosa comporta il senso dell'umano? Premetto che in questo tempo del “Covid-19” si sono fatte delle riflessioni per iscritto e nelle conversazioni sull'argomento. Esso comporta l'interesse per l'altro e si è vicini soprattutto a lui nei momenti di difficoltà, di sofferenza personale, familiare e sociale. Non conosce l'indifferenza verso il prossimo mentre ne avverte la comprensione e si dispone alla vicinanza concreta con l'aiuto necessario da compiere. Il senso dell'umano deplora ogni genere di guerra, di persecuzioni, di violenza sulle persone, soprattutto sulle donne e bambini, qualunque violazione della dignità umana. La memoria storica ci pone di fronte al senso umano vissuto dagli scienziati alla ricerca del vaccino in grado di contrastare il “corona virus”, da tanti medici morti nello svolgimento della loro missione, di infermieri e di Sacerdoti. Sono testimonianze che immettono nei solchi della storia attuale germi di edificazione e di speranza per il futuro: che l'umanità prevalga sulla barbarie, che brilli la luce del bene sulle tenebre del male. Nel settore dell'alimentazione l'Italia ha ben figurato per aver moltiplicato le mense, resesi necessarie per le sopravvenute nuove povertà: si è impegnata in questo la “Caritas” Italiana, comprese le strutture di beneficienza dei Religiosi e delle Religiose, e delle altre Confessioni, come anche le strutture umanitarie laicali. Si è grati a quanti hanno dato in questi tempi difficili prove di umanità, e al Papa che ha sentito il bisogno di comunicare il messaggio evangelico della fraternità con l'ultima Enciclica: “Fratelli tutti” davanti “al Padre nostro che è nei cieli”. Nella visione antropologica del Papa San Giovanni Paolo II “l'uomo in senso pieno è stato Cristo” rappresentato dal Buon Samaritano del Vangelo.