La Chiesa in campo per far fronte all'emergenza sanitaria ed economica
(dal sito chiciseparerà)
“Non è questo il tempo dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia… anche riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci dei Paesi più poveri. Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone… Non è questo il tempo delle divisioni: Cristo nostra pace illumini quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato… Non è questo il tempo della dimenticanza: la crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone”.
Il Messaggio Urbi et orbi offerto da Papa Francesco a Pasqua muove dall’emergenza in corso, per annunciare subito “un altro ‘contagio’, che si trasmette da cuore a cuore perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: «Cristo, mia speranza, è risorto!»”.
Per rendere concreta tale speranza, il Santo Padre chiama ciascuno a responsabilità, dopo aver ricordato nella Veglia pasquale che il Risorto chiede di ripartire dalla vita quotidiana, dalla famiglia, dal lavoro, dai luoghi della memoria; da quella Galilea delle genti che è la regione più lontana: “E non solo geograficamente: la Galilea era il luogo più distante dalla sacralità della Città santa”.
***
Sono innumerevoli e contrassegnate dalla generosità di molta gente le forme di prossimità spirituali e materiali con cui le Diocesi stanno affrontando le conseguenze della pandemia.
Molti interventi stanno riguardando anche l’utilizzo di strutture edilizie, proprie o altrui, destinate principalmente a tre categorie di soggetti: medici, infermieri, persone in quarantena, senza dimora.
Al 10 aprile sono 41 le Diocesi (in 13 Regioni Ecclesiastiche) ad aver comunicato di aver messo a disposizione della Protezione civile e del Sistema Sanitario Nazionale 59 strutture per oltre 1.300 posti.
Sono poi 27 le Diocesi (in 11 Regioni Ecclesiastiche) ad aver comunicato di aver impegnato 37 strutture per oltre 800 posti nell’accoglienza di persone in quarantena o dimesse dagli ospedali.
Infine, 37 Diocesi (in 14 Regioni Ecclesiastiche) hanno comunicato di aver messo a disposizione 55 strutture per oltre 1.000 posti per l’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria, che tiene conto delle misure di sicurezza indicate dai Decreti del Governo.
Un aiuto straordinario della Chiesa italiana per sostenere persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano per il superamento dell’emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà.
Ruota attorno a queste destinazioni la somma che la Presidenza della CEI – sentite tutte le Conferenze Episcopali Regionali – stanzia per contribuire a far fronte alle conseguenze sanitarie, economiche e sociali provocate dal Covid-19.
Si tratta di un importo straordinario di 200 milioni di euro, provenienti dall’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica e recuperati dalla finalità a cui erano stati destinati, essenzialmente l’edilizia di culto. Di questi, 156 milioni sono ora ripartiti, in modo proporzionale, fra tutte le Diocesi.
L’erogazione avverrà entro fine aprile e impegna a un utilizzo di tali risorse entro il 31 dicembre 2020; la rendicontazione – che dovrà essere inviata alla Segreteria Generale della CEI entro il 28 febbraio 2021 – si atterrà al dettato concordatario
(Legge 222/85) e ai criteri di trasparenza, rafforzati dall’Assemblea Generale del maggio 2016.
Tenuto conto delle differenti situazioni esistenti sul territorio nazionale, le modalità di tale rendicontazione non seguiranno la griglia predisposta per i fondi ordinari, ma dovranno specificare: i soggetti destinatari delle erogazioni, le causali, le somme erogate, i relativi giustificativi – secondo prassi – delle attività sostenute.