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La parola del Vescovo

In silenzio ascoltiamo questa verita’ che ci parla, oggi, in questa ora dura e difficile

Redazione · 5 anni fa

Venerdi' Santo, l'omelia pronunciata dal vescovo, Giuseppe Schillaci, durante la celebrazione della Messa, officiata in Cattedrale in diretta televisiva ed in streaming

E’ l’ora in cui Gesu’ si rimette totalmente al Padre, consegna totalmente se stesso. E’ l’ora in cui in questo Venerdi’ Santo, nell’insieme di un grande Venerdi’ Santo che ormai stiamo vivendo, con Maria vogliamo tacere. Maria che segue il Figlio suo e sta sotto la Croce. Mettiamoci quest’oggi, questo pomeriggio, questa sera davanti al Crocefisso come Maria. Mettiamoci nelle nostre case, magari prendendo, appunto, un crocefisso e rimanendo dinanzi al Crocifisso, in silenzio per pochi minuti in famiglia, tutti quanti insieme. Lasciamo parlare il Crocifisso: non c’e’ parola piu’ eloquente. Tacciano, finalmente, le nostre parole, soprattutto i nostri discorsi, quei discorsi che spesso sono riempiti di superbia! Lasciamo che parli a noi la Croce. Lasciamo che parli a noi solo la Croce fatta, non di opposizione, ma di disponibilita’, di docilita’. Ascoltiamola questa Parola, la Parola della Croce. E, dinanzi a questa parola, non c’e’ migliore atteggiamento che il silenzio. Nel racconto della Passione secondo Giovanni abbiamo ascoltato il sommo sacerdote che interroga Gesu’ riguardo ai suoi discepoli ed al suo insegnamento. Gesu’ gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente, ho insegnato nella Sinagoga e nel Tempio dove tutti i Giudei si riuniscono e non ho mai detto nulla di nascosto. Perche’ interroghi me? Interroga quelli che hanno udito cio’ che ho detto loro. Ecco, essi sanno che cosa ho detto”. Gesu’ ha parlato apertamente, la sua Parola aperta non e’ una parola contro, ma e’ una parola per. La sua parola mira al dialogo. Entra in dialogo. E’, appunto, una parola aperta.
Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesu’ dicendo: “Cosi’ rispondi al sommo sacerdote?”. Gli rispose Gesu’: “Se ho parlato male, dimostrami dove e’ il male, ma se ho parlato bene perche’ mi percuoti?”. Questa e’ la Parola del Signore. Il Signore non risponde con la stessa misura. Parola che parla bene e per il bene. Una parola che si fa carico di tutte le nostre iniquita’. E’ una parola che prende su di se. La Sua parola e’ una parola mite, arrendevole, buona. Abbiamo ascoltato nella prima lettura questo bellissimo testo del profeta Isaia che prefigura la Passione, la sofferenza del Cristo: “Non ha apparenza, ne’ bellezza per attirare i nostri sguardi. Non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire come uno davanti al quale ci si copre la faccia. Era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si e’ caricato delle nostre sofferenze, si e’ addossato i nostri dolori. Egli e’ stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquita’”.Cosi’ il profeta Isaia.
Questa, carissimi fratelli e sorelle, e’ la Parola vera dinanzi alla quale devono tacere tutte le nostre parole, tutti i nostri discorsi. E’ quella parola che non risponde alla logica di questo mondo: la Parola della Croce, la Parola della Passione. E’ una parola che ribalta il pensiero mondano: se Gesu’ dice “beati i poveri, beati gli afflitti, beati i miti, beati i misericordiosi, beati i perseguitati” il mondo, invece, dice “beati i ricchi, beati i potenti, beati coloro che dominano, che esercitano il potere”. La verita’ si manifesta nella Passione, nella Croce ed il Signore lo dice a Pilato: “Il mio Regno non e’ di questo mondo, se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perche’ non fossi consegnato ai Giudei ma il mio Regno non e’ di quaggiu’”. Siamo dinanzi ad un Re differente che rifiuta la forza, che rifiuta il potere, che rifiuta la violenza. Siamo dinanzi ad una verita’ differente: Gesu’ e’ venuto per dare testimonianza alla verita’ e questa verita’, carissimi fratelli e sorelle, si presenta cosi’, crocifissa. Una verita’ che abbandona, appunto, ogni logica di dominio per abbracciare quella del dono, quella del servizio, quella dell’amore. “Chiunque e’ dalla verita’ ascolta la mia voce”. Le nostre parole tacciono per ascoltare questa parola, per ascoltare questa voce. In silenzio, carissimi fratelli e sorelle, ascoltiamo questa parola, ascoltiamo questa verita’ che ci parla e ci parla oggi in questa ora dura e difficile. Con l’autore della lettera agli ebrei accostiamoci con fiducia al trono della grazia che e’ la Croce, che e’ la verita’, che e’ Gesu’ Cristo per ricevere misericordia e trovare grazia cosi’ da essere aiutati al momento opportuno.